L'intervista
Giuzio: «Una svolta per Potenza in attesa di un reale sviluppo»
Il consigliere comunale è candidato per la lista «La Basilicata Possibile»
POTENZA - «La città possibile». È quella che vuole Francesco Giuzio, consigliere comunale uscente e candidato sindaco a Potenza per la lista «La Basilicata Possibile».
Consigliere Giuzio, lei è la novità tra i candidati del centrosinistra in un’alleanza frammentata. Perché la candidatura?
«È stata una candidatura dell’ultimo minuto solo perché abbiamo provato in tutti i modi a mantenere l’unità del fronte progressista che, però, è spaccato dai personalismi e dalla rinuncia dei partiti a fare i partiti. Il fatto che in una campagna elettorale in un capoluogo non si presenti il simbolo del Pd la dice lunga sullo stato di salute del centrosinistra. Noi abbiamo provato in tutti i modi a trovare l’unità, anche coinvolgendo l’avvocato Pignatari, ma non c’è stata disponibilità dei partiti».
Lei è legato sentimentalmente ad una pm antimafia. Avete condiviso la sua scelta?
«Per questioni di opportunità non parliamo di lavoro. Siamo indipendenti sotto questo profilo ed è giusto che sia così vista la delicatezza dei ruoli che rivestiamo. Di conseguenza, ognuno di noi segue la sua strada professionale».
Lei è un consigliere comunale uscente. Guarente vanta 100 milioni di euro in opere iniziate e da iniziare. Cosa non è stato fatto secondo lei?
«Noi crediamo che non sia obbligatorio, ogni 5 anni, partire da una “tabula rasa”. Crediamo che questo faccia male alla città. Quello che troveremo già avviato, approvato, lo porteremo avanti. Per il resto credo che la città non si sia accorta di questi investimenti perché la nostra città è diventata meno vivibile, più brutta e sicuramente più nemica del cittadino. È chiaro che il Pnrr ha dato linfa nuova allo sviluppo. Però, il problema è sempre lo stesso: è capire come vogliamo sviluppare questa città».
Tra i punti del suo programma c’è l’istituzione del commissario straordinario di Bucaletto. Perché?
«Perché dal 1980 una soluzione ad una emergenza è diventata una emergenza. Crediamo che non si possa continuare a percorrere vie ordinarie e raggiungere risultati straordinari, ecco perché un commissario. Non è che noi ci riteniamo poco capaci, ma abbiamo il dovere di sbrigarci come a Bucaletto ci chiedono. Quindi snellire i tempi delle procedure, snellire i tempi della burocrazia e cercare di arrivare alla visione finale di un quartiere che deve essere reintegrato all’interno della città».
Quali sono i tre progetti che intende realizzare nei primi cento giorni se dovesse essere eletto sindaco?
«Bucaletto e la risoluzione concreta di questo problema con una interlocuzione anche con le fabbriche che occupano quella zona industriale. La seconda proposta è la soluzione della questione Macchia Giocoli-Murate, problema che vivono 140 famiglie, e la terza questione è quella della chiusura della città agli autobus extraurbani che darebbe un respiro alla viabilità di Potenza ed alla qualità della vita dei cittadini».
In suo sostegno c’è solo una lista. Conta sul voto disgiunto per arrivare al ballottaggio?
«A sostegno ho una buona lista. Già cinque anni fa avevamo meno candidati, siamo arrivati al ballottaggio ed il nostro partito è stato quello più votato in città. Crediamo di rappresentare l’unica alternativa valida ad una rottura con il passato».
Dopo il 9 giugno che centrosinistra ci sarà a Potenza?
«Sarà importante ricompattarsi perché in caso di ballottaggio abbiamo il dovere di esperire tutte le strade possibili per cercare di arrivare ad un risultato positivo. Poi dovremo ripartire per rifondare questo campo progressista. Abbiamo i numeri e le competenze per essere un perno di questo futuro centrosinistra».