sanità sotto osservazione

Potenza, «Assalto» ai reparti, arrivano più soldi per il Pronto soccorso

antonella inciso

La Giunta regionale approva la richiesta di deroga presentata dell’Azienda ospedaliera «San Carlo» di Potenza

POTENZA - La difficoltà è quella di sempre. Inutile girarci intorno. In Basilicata mancano i medici. E gli ospedali - nonostante i concorsi - hanno seri problemi a recuperare personale, spesso più interessato a lavorare nel privato. Il risultato è che le strutture ospedaliere hanno difficoltà a strutturare in maniera organica le prestazioni. A mettere in luce di nuovo il problema è il direttore generale dell’Azienda ospedaliera «San Carlo» Giuseppe Spera che, proprio per evitare le ripercussioni sulla salute dei cittadini ha chiesto ed ottenuto la deroga al 30 per cento delle prestazioni aggiuntive, in particolare nel settore dell’emergenza - urgenza.

È una delibera di giunta, approvata nei giorni scorsi, a dare il via libera alla richiesta dell’Azienda ospedaliera «San Carlo». Stabilendo che le risorse aggiuntive - così come chiesto dal «San Carlo» - che saranno stanziate saranno utilizzate per «potenziare le attività di Pronto soccorso dei presidi ospedalieri nell’ambito del sistema di emergenza regionale, promuovere lo sviluppo delle reti ad alta complessità come quelle cardiologiche, neurologiche e rianimatoria, garantire le attività nel settore dell’emergenza neonatale e potenziare le attività chirurgiche programmate».

Insomma, un vero e proprio piano di azione. Una serie di attività finalizzate a garantire le cure ai lucani. E questo nonostante rispetto al 2019 (anno di riferimento pre - pandemia) tutti i ricoveri (ordinari, diurni ed ambulatoriali) siano diminuiti.

Una condizione che ha come altra «faccia della medaglia» la carenza di medici. «Le criticità che si riscontrano nell’attuazione delle attività programmate in tali settori - viene evidenziato nella relazione del direttore generale Spera - sono riconducibili alle note difficoltà di reclutamento delle risorse umane, che rappresenta una problematica importante, soprattutto in alcune aree assistenziali di forte rilevanza strategica in quanto riferibili a strutture a valenza regionale, come nel caso dell’area emergenza - urgenza, delle reti tempo dipendenti nonché delle aree chirurgica, ortopedica, cardiovascolare e materno -infantile». Ed a poco sono serviti i concorsi per il personale della dirigenza medica fatti come capofila dalla stessa Azienda ospedaliera. «Pur a fronte di una generalmente buona partecipazione - è spiegato ancora nella relazione - molti tra i vincitori ed idonei hanno tuttavia rinunciato all’assunzione. Lo scarso numero di specialisti - contesi tra Aziende pubbliche ed istituzioni private non ha consentito il reclutamento di un adeguato numero di professionisti proprio nei settori di maggiore criticità quali anestesia e rianimazione, ortopedia e traumatologia, medicina d’urgenza e pediatria».

Una condizione di difficoltà, dunque, che ha spinto ad aumentare le risorse per poter aumentare le prestazioni. Scrive ancora il dg del «San Carlo». «In tale drammatica situazione che, di fatto, impedisce di strutturare, in maniera stabile, le dotazioni organiche dei servizi rilevanti per la tutela della salute dei cittadini, l’attuazione del programma aziendale può essere garantita solo attraverso la maggiore disponibilità di risorse aggiuntive da utilizzare per l’acquisto di prestazioni dai dirigenti interessati». Insomma, solo così, in questo momento, con un aumento delle prestazioni si potrà combattere l’assalto ai reparti e curare i lucani. Anche se resta da capire come si potrà affrontare in futuro la vera criticità, la vera emergenza della sanità lucana ossia la carenza di personale. Di medici in particolare, come denunciato più volte dai sindacati e dallo stesso Ordine dei Medici che, attraverso, il suo presidente, Rocco Paternò, solo alcuni giorni fa, aveva evidenziato come la «Basilicata non fosse attrattiva per i giovani medici, compresi quelli lucani». Un problema concreto che rischia di impattare non poco sulle strutture sanitarie lucane.

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