La vicenda

Potenza, assolto l'ex commissario ospedale san Carlo: «Una vicenda grottesca»

Maglietta: «Il mio operato sempre stato rispettoso delle norme"

POTENZA - «Esprimo la mia soddisfazione per una sentenza che pone fine ad una vicenda inaccettabile. Ci lasciamo finalmente alle spalle una vicenda davvero incresciosa e grottesca». Così, in una nota, Rocco Maglietta, che, ieri - insieme ad altri dieci imputati, tra i quali l’ex presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella - è stato assolto dal Tribunale di Potenza in un processo sulla sua nomina, decisa nel 2018 dalla Giunta lucana, a commissario straordinario dell’ospedale San Carlo del capoluogo lucano.

Si è trattato, secondo Maglietta (attualmente direttore sanitario di Universo Salute Basilicata), di «una vicenda che aveva di fatto macchiato un percorso di oltre 15 anni al vertice delle strutture regionali, iniziato nel 2002 come direttore sanitario del San Carlo. Sono soddisfatto soprattutto perché - ha concluso - il mio operato è stato sempre rispettoso delle norme».

«Il tentativo che si fa in queste ore, all’esito della notizia dell’assoluzione dell’ex presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella dalle accuse di abuso d’ufficio e falso ideologico nella nomina del commissario dell’ospedale San Carlo di Potenza avvenuta nel 2018, di personalizzare la denuncia da cui è scaturito il procedimento penale nei confronti dei vari imputati, attribuendola alla persona dell’ex segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa, è assolutamente sbagliato e improprio». Lo hanno scritto, in una nota congiunta, 14 dirigenti della Cgil lucana, con in testa l’attuale segretario regionale, Fernando Mega.

I rappresentanti sindacali hanno messo in evidenza che «la scelta di procedere sul piano giudiziario dopo inutili tentativi di fermare un commissariamento ad avviso della Cgil infondato perché privo dei presupposti previsti dalla norma (legge 39 del 2001), fu all’epoca largamente condivisa da tutto il gruppo dirigente che tutt'ora rivendica quella decisione. Pertanto è bene mettere in chiaro che Angelo Summa, in qualità di segretario generale della Cgil Basilicata, ha agito in virtù della funzione rivestita e del mandato ricevuto dall’intero gruppo dirigente».

La Cgil lucana «denunciò prontamente, presso tutti gli organi competenti, i profili di illegittimità della scelta del commissariamento compiuta in assenza dei relativi poteri, segnalando - è specificato nella nota - nel le nomine effettuate a nostro avviso in contrasto con i divieti posti dalle norme, senza peraltro nessun giudizio sul profilo o sulla qualità dei nominati.

La Cgil, senza alcun personalismo nei confronti nè del commissario nè tantomeno dell’allora presidente Pittella, sollevò questioni che attenevano esclusivamente al rispetto della legge e delle norme che sovraintendono le nomine dei direttori nella sanità. Questi i fatti. Nessun «processo» è stato portato avanti da questa organizzazione sindacale, rimettendo agli organi giudiziari il dovere e il compito di verifica e intervento, così come di fatto è avvenuto. Compito del sindacato era, è e sarà, agire a tutela e garanzia dei diritti dei cittadini e dei lavoratori».

Secondo i dirigenti della Cgil, «è evidente che Pittella col suo commento personalizza una questione che era e resta di tutt'altro livello. 'A mandarlo sotto processò, riprendendo le sue parole, è stato un giudice che ha ritenuto meritevole dell’esame di un Tribunale la richiesta di rinvio a giudizio presentata da un pubblico ministero. Quanto alla sentenza - hanno concluso - occorre attendere la pubblicazione delle motivazioni per esprimere un’opinione pertinente».

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