Il fenomeno

Gli apicoltori si incontrano a Brienza, produttori di dolcezza e custodi di biodiversità

Giovanna Laguardia

Il ruolo nella costruzione di un ambiente più sano

BRIENZA - Produttori di dolcezza, custodi della biodiversità. Il ruolo dell’apicoltura nell’economia e nella tutela dell’ambiente sarà oggi in primo piano a Brienza, nell’assemblea regionale dell’Associazione Apicoltori lucani-Cia, che conta 150 associati con un totale di 13.000 alveari pari a circa il 70% del totale lucano.

Dopo un 2021 disastroso sotto ogni punto di vista, l’apicoltura lucana ha vissuto un 2022 in ripresa, malgrado la presenza di alcune ombre. Fra tutte, l’incremento dei costi di produzione dovuti al rincaro delle materie prime. Vasetti di vetro, coperchi, etichette di carta hanno subito una vera impennata dei prezzi. Per non parlare del gasolio, per il quale gli apicoltori non usufruiscono del regime agevolato per l’agricoltura. Tutto questo a fronte di un aumento irrisorio dei prezzi: non parliamo di un bene di prima necessità e quindi eccessivi rincari potrebbero far scappare i consumatori.

Eppure c’è un aspetto che contraddistingue l’apicoltura rispetto alle altre forme di allevamento, e che la rende unica e insostituibile. Il ruolo delle api come insetti pronubi, alla base del ciclo vitale di molte piante, che ne fa un pilastro fondamentale per l’intero ecosistema. Un ruolo che, fortunatamente, nel prossimo futuro dovrebbe essere maggiormente riconosciuto, grazie ai programmi della nuova Pac.

Uno dei temi che saranno affrontati nella giornata di oggi è la nuova misura nazionale “Aca 18” che prevede un indennizzo agli apicoltori che operano in aree svantaggiate e salvaguardano la biodiversità e gli apporti relativi alla Banca Dati Regionale, per i censimenti in apicoltura. Ce ne anticipa i contenuti il presidente dell’Associazione Apicoltori lucani, Nicola Dinuzzo. «Si tratta - spiega - di una forma di indennizzo destinata agli apicoltori che vincoleranno per cinque anni le arnie alle aree marginali della regione, quelle dove la produzione è inferiore, ma la qualità è migliore e soprattutto sono ad alto interesse naturalistico. In Basilicata questa misura è particolarmente attesa. Il nostro auspicio è che si riesca a coprire la gran parte del territorio, dal momento che, fatta eccezione per le zone ad agricoltura intensiva, la Basilicata rurale è in gran parte incontaminata. Penso ad esempio ai calanchi del Materano, all’alta montagna del Potentino, ai parchi naturali con le loro fioriture del tutto peculiari». Insomma, la filosofia del provvedimento è: se è vero che gli apicoltori giocano un ruolo fondamentale nella difesa degli interessi della collettività ad avere un ambiente sano e pulito, è anche vero che sono imprenditori e devono essere messi nelle condizioni di sostenere la loro impresa. Di qui il sostegno. «La Regione Basilicata ha già approntato scheda del bando - spiega Dinuzzo - che ha ricevuto il via libera dal ministero e dall’Ue, e ora si attende soltanto la definizione delle zone in regime di salvaguardia. Altri contributi Ue, definiti dall’Ecoschema 5, riguardano gli agricoltori che si impegnano a piantare nelle loro aziende, senza fini produttivi, piante mellifere. Inoltre, grazie all’ultimo bando apistico emanato dalla Regione Basilicata, che ha fatto un ottimo lavoro, gli apicoltori hanno ottenuto ristori per le attrezzature di laboratorio».

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