L'allarme
«Maratea regina del turismo 2023»: l’investitura di Vogue rischia di «franare»
Il prestigioso magazine internazionale l'ha indicata come base per le vacanze in Basilicata ma è alle prese con la statale 18 interrotta e il caso S. Sago
MARATEA - Lusingati da tanta attenzione, ma anche preoccupati. Perché l’investitura per la Basilicata di «destinazione turistica 2023», arrivata dal prestigioso magazine «Vogue» (si veda la Gazzetta di ieri), con l’invito a visitare la Basilicata e ad andare in vacanza a Maratea, è un’occasione imperdibile per poter intercettare flussi turistici internazionali. Occorre fare i conti con due problematiche che potrebbero vanificare il messaggio promozionale: la viabilità, messa a dura prova dalla frana dello scorso 30 novembre, e le questioni ambientali legate al depuratore San Sago. «Quanto scritto da Vogue rafforza l’impegno che come Consorzio insieme ad altri comitati e associazioni perseguiamo perché nel più breve tempo possibile sia ripristinata la viabilità necessaria ad accogliere i turisti e a ripristinare le condizioni di normalità per i cittadini di Maratea».
Ad affermarlo è Biagio Salerno, presidente Consorzio Turistico Maratea. L’autore del servizio giornalistico della rivista - il giornalista Liam Hess – indica Maratea come «base perfetta» del viaggio in Basilicata. Ovviamente per confermarsi «base perfetta» - spiega Salerno - c’è bisogno di garantire perfette condizioni di viabilità, trasporto, servizi per flussi turistici, specie stranieri, che richiedono sempre più servizi moderni ed adeguati ai differenti target. Ancora una conferma, ammesso che ce ne fosse bisogno – sottolinea Salerno – di fare in modo che tutto sia pronto dalla primavera per accogliere i nostri ospiti.
Non vogliamo neanche immaginare cosa accadrebbe se solo uno dei milioni di lettori di «Vogue» raccogliendo l’invito arrivasse nel tratto di strada bloccata e in un contesto per nulla ottimale. «E se vogliamo realmente preservare il paesaggio e l’ambiente descritti nel servizio giornalistico e considerati gli autentici attrattori con aspetti unici - puntualizza Salerno - dobbiamo contrastare la riapertura del depuratore di San Sago (tra Tortora e Trecchina), destinato a smaltire rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi provenienti dalla Calabria e dalla Basilicata, ma anche da altre regioni. Noi operatori turistici – conclude il presidente del Consorzio – da sempre siamo con il comitato per la difesa del fiume Noce, con i sindaci dell'area in prima fila e partecipiamo alle nuove iniziative di mobilitazione. Accade infatti che c’è chi promuove le bellezze di Maratea e della costa tirrenica lucana e calabrese e chi invece fa di tutto per distruggerle. Noi, con i cittadini, non lo consentiremo».
Tornando sulla frana che, naturalmente impatta sui collegamenti e sull’accesso alla «perla del Tirreno», l’assessore regionale Donatella Merra e il sindaco Daniele Stoppelli hanno riferito degli incontri avuti al Ministero della Protezione civile e del mare e con la struttura del ministro Salvini. È stato fissato, in particolare, un cronoprogramma di interventi, a cominciare da una campagna d’indagine con l’ausilio di speleologi e rocciatori - coadiuvati da Anas e Università di Napoli - per analizzare il fronte della frana che è ancora in movimento. La fase esplorativa durerà fino al 30 gennaio. Entro la fine di febbraio dovrebbe essere pronto un progetto di consolidamento. Proprio in vista di quella data l’11 gennaio si riunirà il tavolo regionale sul caso Maratea. Un secondo incontro è già fissato al 25 gennaio per la verifica dell’avanzamento delle indagini geologiche e geotecniche e i primi riscontri degli esperti rocciatori.
Parallelamente Acquedotto lucano ha illustrato le soluzioni da mettere in campo per un sicuro ed efficiente ripristino dei servizi idrico fognanti; si è svolto anche un confronto con i tecnici della Provincia di Potenza per la parte autorizzativa.
«Il fenomeno ampio, straordinario e complesso - sottolinea Merra - richiede analisi di merito ma anche tempi certi per l’uscita dalla condizione di rischio prima ancora che di isolamento della comunità di Castrocucco e di Maratea tutta».