Caro vita
Basilicata, niente aiuti per gli affitti: «Sarà emergenza sfratti»
Unione inquilini e la manovra del Governo. Il tema degli extraprofitti
Nessun contributo per le famiglie in difficoltà a pagare il fitto. Nella legge di bilancio del Governo nazionale viene cancellato il sostegno destinato al «disagio abitativo» che riguarda in Basilicata riguarda non meno di 800 famiglie in affitto in condizione di povertà assoluta. Sudi loro pendono sfratti esecutivi, di cui il 90 per cento per morosità. L’Unione inquilini tuona: «Roma cancella queste famiglie, rendendole fantasmi e lasciando Regioni e Comuni senza alcun ombrello per proteggere le città dalla tempesta degli sfratti». L’Unione inquilini di Basilicata chiede che sia garantito il diritto all’abitare con un «Piano casa» strutturale che metta al centro la dignità e i diritti delle persone. Il Governo è chiamato ad assicurare alle 650 mila famiglie in graduatoria che attendono la casa popolare (un migliaio a Potenza e 700 a Matera) e a chi è sotto sfratto il diritto alla casa attraverso il recupero e l’efficientamento energetico di immobili pubblici e privati in disuso per incrementare il patrimonio pubblico immobiliare. L’Unione inquilini chiede la ricapitalizzazione del fondo sociale affitti e quello per la morosità incolpevole; uno stanziamento immediato per i Comuni che permetta di acquisire il patrimonio libero degli enti previdenziali e di altri enti pubblici da utilizzare per garantire il passaggio da casa a casa dei nuclei sottoposti a sfratto esecutivo. Da cancellare, infine, il privilegio della cedolare secca sui contratti a libero mercato con l’utilizzo del gettito extra che ne deriverebbe per finanziare il «Piano casa» in modo strutturale.
L’appello sulle politiche abitative s’inserisce in un quadro più ampio di sofferenza di fronte al caro-vita, all’inflazione e al caro-energia che stanno tormentando molte famiglie. L’invito a fare corpo unico per protestare e denunciare la situazione arriva proprio dall’Unione inquilini della Basilicata che ha già raccolto l’adesione di Fapi provinciale di Matera, Aps innovazione centralità sviluppo territorio, Azione Disabili e sindacato dei lavoratori Fildi di Matera. Nello slogan che accompagna la mobilitazione c’è l’essenza della protesta: «Non è vero che i soldi non ci sono. Bisogna fare altre scelte». Occhi puntati, innanzitutto, sul settore energetico. «Chiediamo - sottolineano i segretari provinciali di Potenza e Matera dell’Unione inquilini, Paolo Caputo e Fortunato Martoccia - che gli extraprofitti realizzati dalle imprese nel comparto energetico con l’accelerazione del conflitto in Ucraina e grazie anche a dinamiche speculative sui mercati finanziari e ai ritardi nella transizione alle fonti rinnovabili, vengano tassati all’80%. Chiediamo che ad essere assoggettate al contributo straordinario siano anche imprese nel settore assicurativo e farmaceutico. Un simile ampliamento dei soggetti passivi permetterebbe di raddoppiare il gettito rispetto a quanto stimato dal Governo nella relazione tecnica della legge di bilancio per il 2023 che stabilisce il contributo a carico del solo settore energetico. Le risorse raccolte vanno interamente destinate al pagamento delle bollette di chi è in difficoltà». Tra le altre richieste l’istituzione del Salario Minimo per legge adeguato ai livelli europei, il potenziamento del Reddito di cittadinanza e la cancellazione di qualsiasi ipotesi di Autonomia differenziata «che garantirebbe alle tre regioni più ricche d’Italia di sovrastare e penalizzare maggiormente le regioni del Sud».