destinazione europa
L’emigrazione corre con il turbo: in un anno 7.580 lucani in meno
Rapporto Migrantes: sono 698 le persone trasferitesi all’estero. 301 donne e 397 uomini
POTENZA - Non sono più viaggi randagi per sognare. Che terminano col ritorno malinconico a casa. Piuttosto, mete obbligate per sfuggire al collasso sociale che nega lavoro e prospettive. L’emigrazione torna a correre. Col turbo. Europa, America. Un cazzotto nello stomaco. La Basilicata ha perso in un anno un pezzo di popolazione pari a 7.580 lucani. È come se in dodici mesi avessimo cancellato cittadine come Scanzano o come Tito. Mica uno scherzo.
Il rosario dei numeri sfornato dal «Rapporto Italiani nel Mondo 2022» promosso dalla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana e reso noto ieri è un bollettino che ha il sapore della cicuta, tanto per l’Italia quanto per la Basilicata. In Italia l’8,8% dei cittadini regolarmente residenti è straniero (in valore assoluto quasi 5,2 milioni), mentre il 9,8% dei cittadini italiani risiede all’estero (oltre 5,8 milioni). In Basilicata l’incidenza straniera è ferma al 4,2% con appena 22.011 residenti. Dire che non siamo più un Paese di espatriati è sempre stato falso. La Basilicata ne è da anni l’esempio. Ora però che il contatore degli emigrati s’è impennato (il Covid l’aveva solo inceppato) bisognerà misurarsi con uno scenario che vedrebbe la regione nel 2035 con lo stessa popolazione dell’Ottocento e per giunta con un 32,9% di essa fatta ultra64enni.
ESPATRI - Dicevamo dei numeri. Sono 698 (301 donne e 397 uomini) le persone che ufficialmente, in un anno alla data del primo gennaio 2022, hanno lasciato la Basilicata per trasferirsi all’estero iscrivendosi all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, a fronte di una riduzione netta di 7.580 lucani nell’arco di un anno, tra saldo negativo e trasferimenti in Italia. Dunque, molti vanno via e non si registrano all’Aire. L’incidenza sul fenomeno migratorio in generale è pari all’0,8% del totale degli espatriati che nel complesso portano i lucani ufficialmente residenti all’estero a quota 139.792. La popolazione residente si attesta a 539.999 unità, era a quota 547.579 lo scorso anno. Gli iscritti all’Aire sono 139.792, incidono al 25,9% sul totale della popolazione
TRA EUROPA E AMERICA - Dove sono e dove sono andati i nuovi migranti, lo spiega il rapporto Migrantes con la quale il centro studi internazionale «Lucani nel Mondo» collabora attivamente per studiare il fenomeno. Rivela in una nota il presidente del Centro studi, Luigi Scaglione: «I flussi lucani continuano a privilegiare la residenzialità in Argentina, Germania, Svizzera,che segna un leggero decremento, ma anche Brasile, con un leggero incremento. Nella speciale classifica dei luoghi di origine nel mondo, in testa in Basilicata resta in termini assoluti Marsico Nuovo, con 3337 iscritti all’Aire rispetto ai precedenti 3289, seguito da Potenza, con 3229 ed un balzo netto in avanti rispetto ai 3070 del 2021 e Lauria che sorpassa di poco San Fele rispettivamente con 3068 e 3067 iscritti all’Aire. In valore assoluto, in testa alla classifica dei luoghi di partenza dei lucani per incidenza percentuale sulla popolazione, resta Castelgrande (1422) seguito da Montemurro (1750) e con uno strano avanzamento di migranti all’estero da Sasso di Castalda che passa da 832 unità del primo gennaio 2021 a 1010 unità alla data del primo Gennaio 2022».
Basta proclami Tuona Scaglione: «Lo avevamo detto tre anni fa e poi due anni fa e poi durante la pandemia e qualcuno, anche a livello istituzionale, ci aveva sorriso sopra, per loro parlano i verbali ufficiali, lo abbiamo ripetuto pochi mesi fa, lo diciamo ora: senza una politica seria di incentivazione e conoscenza del fenomeno del turismo di ritorno anche i fondi di rigenerazione dei borghi rischiano di essere pane per pochi eletti senza risultati e i lucani continueranno inesorabilmente a sparire e partire. Bisogna incentivare i flussi attraverso il nostro sistema delle associazioni, delle federazioni e degli Sportelli lucani, altrimenti finanziare le agenzie turistiche produce effetti marginali e senza prospettive».
Di un altro avviso il fronte sindacale. «Senza una strategia di sviluppo e occupazione, specie dei giovani, di recupero dei centri storici, di attrazione dei borghi rurali non sarà la ripartizione ai piccoli comuni lucani delle risorse del Fondo Unico per le Autonomie Locali, decisa nelle ultime ore, ad arginare la fuga dalla Basilicata», puntella il segretario della Uil Basilicata, Vincenzo Tortorelli. Ancora: «Abbiamo sempre ritenuto che solo una snella ed efficace gestione unitaria dei servizi principali dei Comuni può rendere possibile il miglioramento dei servizi ai cittadini e consentire alle amministrazioni di superare la nota carenza di risorse finanziarie».
Che questa della gestione unitaria dei servizi possa rapidamente frenare lo svuotamento lo dimostra a giudizio di Tortorelli l’Unione lucana del Lagonegrese «che si è posta obiettivi che riguardano programmi Ue e Pnrr, attività della stazione unica appaltante, del Suap, della digitalizzazione. C’è bisogno che la giunta regionale metta ordine e adegui compiti e funzioni degli organismi di rappresentanza dei sindaci delle quattro Aree Interne individuate e contestualmente delle province». L’inverno demografico è la madre di tutte le emergenze. E va affrontata senza rinvii e prendendo la questioni da più lati. Altrimenti l’Ottocento spalancherà le porte in anticipo.