POTENZA - I «furbetti» si annidano anche tra i percettori del reddito di cittadinanza (Rdc). Lo stato di disoccupazione utilizzato come alibi per incassare l’assegno mensile standosene comodamente seduti a casa. O, magari, arrotondando il guadagno con attività «in nero».
Per l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal) gli «occupabili» tra i beneficiari del reddito di cittadinanza in Basilicata sarebbero tra i 17 e i 18 mila (il 70-75% del totale dei percettori, ad agosto oltre 25mila persone con almeno una mensilità). L’obiettivo – per ora solo annunciato dal Governo Meloni – di superare già nel corso del 2023 il Reddito di cittadinanza per arrivare a due strumenti diversi, il primo di natura assistenziale per chi non può lavorare, il secondo orientato all’inserimento lavorativo per gli altri, tradotto nella realtà lucana presenta molte incognite. Intanto l’identikit che traccia l’Anpal sull’«occupabile» che percepisce in media 530,53 euro al mese è ancora nebuloso e si ferma al genere (57% donne) e all’età (48% ha più di 40 anni). Un punto di partenza: la stragrande maggioranza dei sottoscrittori del patto di servizio personalizzato presso i Centri per l’Impiego (2.459 a settembre scorso) rientrano nella platea del Rdc. E sono proprio i numeri che provengono dai 9 ex Uffici di collocamento in attività in Basilicata a scoraggiare sulle reali possibilità di trovare un lavoro: 645 delle persone prese in carico hanno avuto come percorso il reinserimento lavorativo; 641 aggiornamento; 1.090 riqualificazione; 83 lavoro e inclusione. Quanto all’età dei lucani di cui si sono occupati i Cpi la maggioranza (55,7%) ha tra i 30 e i 54 anni; il 26,4% tra i 15 e i 29 anni; il 17,9% più di 55 anni.
«I dati e le statistiche Anpal hanno bisogno di un monitoraggio molto attento della situazione relativa all’occupabilità nella nostra regione - sostiene il segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli – innanzitutto nel dettaglio su fasce di età, competenze-capacità professionali. Gli sforzi – aggiunge – vanno concentrati su due fasce di età: gli over 35 e gli over 50 anni che sono i target d’età più delicati e a rischio di emarginazione dal mondo del lavoro. Ma sarebbe sufficiente raccogliere i commenti di alcuni navigator che hanno esperienza diretta di approccio con i percettori di Rdc per rendersi conto che le aziende, le pochissime che si rivolgono ai Centri e non alle Agenzie private interinali per contratti a termine e di breve durata, richiedono altre figure. Altro che almeno due offerte da valutare. Non si presenta nemmeno una. Dunque va fatta un’analisi in dettaglio su domanda ed offerta lavoro mettendo fine all’illusione che la Pubblica amministrazione possa servire da “ammortizzatore sociale”. Per questo penso che né l’Anpal e tantomeno il nostro Arlab possano essere gli strumenti più efficaci specie in mancanza di Piano nazionale e regionale del Lavoro. Per noi la “buona occupazione” che punti prioritariamente a superare il precariato e recuperare i Neet, scoraggiati proprio dai servizi per l’impiego – continua Tortorelli – si può raggiungere attraverso i programmi del Pnrr. Al centro sono fondamentali scelte strategiche nazionali e regionali di politiche attive del lavoro e la massima attenzione a spendere bene le risorse del Piano - conclude Tortorelli - per non ripetere gli errori del passato».