il caso
Sanità lucana, sindaco Lagonegro resta ai domiciliari
La decisione è stata presa dal gip di Potenza, Antonello Amodeo, dopo l’interrogatorio di garanzia dell’11 ottobre scorso
POTENZA - Resta ai domiciliari, Maria Di Lascio, sindaco di Lagonegro (Potenza), arrestata il 7 ottobre scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana. La decisione è stata presa dal gip di Potenza Antonello Amodeo, dopo l’interrogatorio di garanzia tenutosi nel Palazzo di giustizia del capoluogo lucano l’11 ottobre scorso. Di Lascio, per effetto della Legge Severino, è stata sospesa dall’incarico di sindaco con un provvedimento del prefetto di Potenza, Michele Campanaro.
Inoltre il gip ha modificato le altre tre misure cautelari eseguite il 7 ottobre. In particolare, per l’assessore regionale della Basilicata all’agricoltura, Francesco Cupparo (Forza Italia) l’obbligo di dimora a Francavilla in Sinni (Potenza), la sua città di residenza, è stato trasformato nel divieto di dimora a Potenza. Analogo provvedimento per l’ex assessore alla sanità e attuale consigliere regionale Fdi, Rocco Leone, residente a Policoro (Matera). Per effetto della Legge Severino, con il divieto di dimora nel capoluogo lucano - sede della Regione Basilicata - sia Cupparo sia Leone saranno sospesi dalla cariche. Per il direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera, è stata invece revocata la misura cautelare del divieto di dimora nel capoluogo lucano, mentre è stata confermata la misura interdittiva all’esercizio di funzioni pubbliche.