sanità

Basilicata, mancano 300 medici di base: «Fateci lavorare anche dopo i 70 anni»

Massimo Brancati

L’idea di Scelzo, camice bianco di Brienza: serve una proroga in convenzione

POTENZA - Mancano anestesisti, cardiologi, psichiatri, ginecologi, radiologi, nefrologi, e oltre 20 medici dell’emergenza urgenza. Secondo i piani dei fabbisogni delle aziende sanitarie regionali mancano oltre 300 dirigenti medici. L’emergenza Covid, inoltre, ha accentuato la carenza di camici bianchi e di questo passo la Basilicata si troverà con medici di medicina generale assolutamente insufficienti a coprire il territorio: dal 2018 a tutto il 2021 il 50% dei medici lucani ha appeso lo stetoscopio al chiodo. E il 2022 sarà l’«anno nero» con 57 pensionamenti. In questo contesto s’inserisce l’appello lanciato dal medico di Brienza (Potenza), Pasquale Scelzo che ha chiesto di dare la possibilità di continuare il servizio a chi ha superato i 70 anni. Scelzo propone, in particolare, che ai medici di Medicina generale che lo volessero fosse consentita una proroga di convenzione per 2-3 anni. «Le carenze - dice - non può essere l’aumento del numero degli assistiti oltre il massimale ai medici del Servizio sanitario nazionale o ai medici di continuità assistenziale (medici di guardia). Il carico di lavoro tra ambulatorio, burocrazia, visite a domicilio, pandemia Covid è già gravoso ed insostenibile con 1.000-1.500 assistiti per cui tali soluzioni non andrebbero che a discapito dell’assistenza sanitaria erogata, aumentando - conclude Scelzo - lo stress degli operatori sanitari».

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