Il focus

Basilicata, in 53 comuni non c'è più una banca. Dal 2014 a oggi persi 44 sportelli

Donato Mastrangelo

Servizi ridotti anche in alcuni enti con le tesorerie e negli ospedali

Un fenomeno che sembra non arrestarsi nonostante il malumore espresso da numerosi amministratori locali che assistono, insieme alle loro comunità, al processo di spoliazione di un territorio sempre più avaro di servizi.

Coinvolto il questo processo è anche il settore del credito che registra in Basilicata la costante chiusura di sportelli bancari arrecando non pochi disagi ai cittadini alle imprese.

Della questione La Gazzetta si era già occupata lo scorso marzo, denunciando il paradosso degli investimenti del Pnrr finalizzati ad incentivare lo sviluppo delle aree interne e dall’altro lato la chiusura di presidi fondamentali come le banche. Sul problema ha preso posizione anche il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo.

«In provincia di Matera - dichiara - le banche sono presenti solo in 20 Comuni su 31; gli altri 11 ne devono fare a meno, con cittadini e imprenditori costretti a recarsi in altri centri per svolgere le operazioni bancarie. In Basilicata, su 101 Comuni ben 53 sono senza istituti di credito. Trincerandosi dietro la motivazione dei cambiamenti della tecnologia, le banche stanno lentamente abbandonando il territorio, tranne alcune eccezioni presenti tra le Banche di Credito Cooperativo (BCC). Il fenomeno della desertificazione degli sportelli bancari - prosegue De Salvo - danneggia l’economia e impoverisce il territorio. Per le imprese di minori dimensioni, infatti, il rapporto diretto con lo sportello è importante, non potendo esso sostituire le possibilità offerte dalla tecnologia. Se le banche rinunciano al rapporto col territorio le piccole imprese subiscono notevoli disagi e, in periodo di crisi come quello attuale, diventano più vulnerabili e sono maggiormente esposte al rischio usura e criminalità. Col disimpegno cui stiamo assistendo le banche perdono un ruolo sociale fondamentale nella nostra economia. Per questo motivo abbiamo preso contatti con alcune amministrazioni locali, che si sono dette disponibili perfino a offrire gratuitamente la sede per ospitare uno sportello bancario. Tuttavia, se ci si appella a un mero principio di sostenibilità, le banche snobbano i piccoli centri privilegiando la raccolta all’impiego del denaro. Ciò contribuisce al depauperamento dei servizi di pubblica utilità di cui purtroppo il nostro territorio è vittima privilegiata e costituisce una delle cause dello spopolamento dei piccoli centri e del sottosviluppo imprenditoriale». «Nella nostra regione - dichiara Bruno Lorenzo, segretario generale della Fisac Cgil Basilicata - dal 2014 ad oggi abbiamo perso 44 sportelli bancari. Circa il 12% dei cittadini residenti in Basilicata non beneficia nel proprio comune della presenza di uno sportelli bancario. Quattordici comuni in provincia di Matera (Accettura, Calciano, Cirigliano, Craco, Garaguso, Gorgoglione, Miglionico, Oliveto, Rotondella, San Giorgio, San Mauro Forte, Valsinni) e 22 in provincia di Potenza (Armento, Brindisi di M., Calvera, Campomaggiore, Carbone, Castelluccio S., Castelmezzano, Forenza, Gallicchio, Ginestra, Guardia P., Missanello, Noepoli, Ruvo del Monte, San Costantino Albanese, S. Martino D’Agri, S. Paolo Albanese, Sasso di Castalda, Teana, Terranova di Pollino, Trecchina, Trivigno). Oltre alle chiusure nei paesi molte banche hanno tolto i presidi bancari anche all’interno di enti dove hanno le tesorerie (Regione Basilicata, Ospedale San Carlo di Potenza, Ospedale Madonna delle Grazie di Matera) o ridotto l’operatività a giorni alterni (tribunale di Potenza) creando notevoli disservizi anche all’utenza. Anche Bcc Basilicata ha chiuso sportelli. Già negli scorsi anni ha chiuso Francavilla in Sinni e Pietrapertosa, dal 2022 lo sportello di Calvello è aperto solo 3 giorni a settimana, mentre quelli di Anzi. A luglio è stato chiuso lo sportello di Terranova di pollino nonostante le prese di posizione del sindaco e della comunità locale. Il processo di accorpamento dei grossi gruppi bancari sta avendo i suoi effetti anche in Basilicata. Gli istituti di credito stanno spingendo sui servizi online così viene meno il front office con disagi per molti utenti. Ma questo penalizza anche le piccole e medie imprese che hanno più difficoltà di accesso al credito che per la operatività di sportello. Non dovremmo però dimenticarci che le banche rappresentano un servizio pubblico essenziale ed in base a questo occorrerebbe garantirne la capillarità sul territorio».

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