POTENZA - Altri mille positivi e quattro morti in 24 ore. La corsa del covid riprende sostenuta in Basilicata. In una settimana i contagi sono aumentati del 68 per cento ed i modelli matematici non lasciano dubbi su un andamento in peggioramento. Il caldo, l’estate, il tempo trascorso all’aria aperta non sono stati sufficienti a frenare la corsa del virus che registra in Basilicata, al momento, oltre 12mila contagi. Tanti per il periodo estivo. Tanti anche a livello nazionale se si considera che, in base ai dati rispetto ad un anno fa, i contagi sono 100 volte superiori. E la curva è in crescita. Un aspetto che si riverbera anche sul fronte ospedaliero perché le persone ricoverate, a livello nazionale, sono quattro volte di più di quelle che erano ricoverate un anno fa.
Cresce, dunque, la pressione sugli ospedali ed essa in Basilicata si riverbera soprattutto sulle strutture sanitarie di Potenza e di Matera. Ieri, i ricoverati erano 70 ma nei reparti di malattie infettive e di pneumologia dell’ospedale «Madonna delle Grazie» e di malattie infettive e multidisciplinare del «San Carlo» di Potenza i posti letto sono già quasi tutti occupati. «Siamo in una situazione borderline» commenta il direttore generale dell’Azienda ospedaliera «San Carlo» Giuseppe Spera che conferma che il piano per riconversione di alcuni reparti per ospitare i pazienti covid è definito. Pronto ad essere attivato subito, in caso vi fosse la necessità. Esattamente come possono essere riaperti i reparti covid nelle strutture sanitarie della provincia in caso le Aziende sanitarie di Potenza e di Matera avessero bisogno di incrementare i posti letto disponibili.
D’altra parte, è stato lo stesso ministero della Salute con una circolare a sollecitare le Regioni nelle prossime settimane ad «adeguare l’ampliamento dei posti letto di Area medica e in Terapia Intensiva dedicati al covid» ed a prevedere «la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti dal virus in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili».
Già, perché oltre a registrate un aumento della diffusione della malattia in Basilicata, dopo mesi di assenza, tra i sintomi del covid sono tornate le polmoniti interstiziali con la relativa necessità di ricovero. Insomma, un quadro complicato, una situazione destinata a peggiorare che ha portato - in base al monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute - la Basilicata ad essere classificata tra le dodici regioni a rischio «moderato» con un indice Rt di 1,18 (mentre nessuna regione è classificata a rischio basso e 9 sono classificate a rischio alto). Un’incidenza ogni 100mila abitanti a 1101,5, l’occupazione dei posti letto in area medica al 19,8 per cento e quelli in Terapia intensiva all’1,6 per cento. In questo scenario la riconversione dei reparti covid (che erano stati chiusi qualche mese fa) diventa un’urgenza.
Al «San Carlo», ad esempio, potrebbero essere immediatamente attivati altri quaranta posti letto. Ed un incremento potrebbe aversi anche nelle altre strutture sanitarie lucane. Il nodo da sciogliere, però, è il personale. Tra ferie, assunzioni da fare e contratti scaduti mancano infermieri e operatori socio sanitari. Un problema nel problema considerate le previsioni della nuova ondata. Della questione si è discusso in una riunione tra i sindacati ed i vertici del San Carlo che si è tenuta nei giorni scorsi. Certo, l’incremento del personale è previsto ma resta da capire, a questo punto, se le assunzioni arriveranno in tempo o la nuova ondata travolgerà come un tzunami, nei prossimi quindici giorni, la Basilicata, come le altre regioni italiane,