Albergo diffuso
Ripacandida scommette sulla cucina: così le case diventano trattorie per turisti
Progetto candidato al Pnrr per rilanciare il borgo e attrarre nuovi visitatori
POTENZA - Borghi che si spopolano, case vuote, pochi giovani, turisti con il lanternino. Lo scenario è desolante, ma la rassegnazione lascia il posto alla voglia di reagire, di credere in una «rinascita». Ripacandida, piccolo paese di 1.700 abitanti nel cuore del Vulture, in provincia di Potenza, spera di agganciarsi al treno del Pnrr candidando un suo progetto innovativo attraverso il quale spera di tradurre in termini economici l’antico adagio secondo cui «il turista si prende per la gola». L’idea si chiama «Trattoria diffusa»: le famiglie aprono agli ospiti le loro case per vivere in modo straordinariamente «tipico» ed originale la vita del borgo. Un modello di ospitalità sostenuto dal sindaco Giuseppe Sarcuno e da tutta la comunità locale. Il turista non solo può gustare cibi del territorio che i contadini e gli agricoltori locali forniscono, ma impara le ricette e la manualità della tradizione gastronomica in un «interscambio» di esperienze con la famiglia ospitante. Sul fronte culinario Ripacandida ha molto da offrire: tra i molti piatti tipici l'«Acquasale» (uova al tegamino con verdura e pane raffermo), il «Pancotto» (una treccia di pane), in dialetto Ruciulatiégghjë, e il pane di Pasqua, detto Scarcegghjë. Il paese è anche «custode» di ottime produzioni di Aglianico, dell’olio extravergine d’oliva e del miele.
Il progetto candidato al Pnrr per un investimento complessivo di un milione e 300mila euro, raccoglie un’intuizione del Centro Studi Turistici Thalia secondo cui «l’iniziativa è un'occasione di speranza a cui affidare le basi per la crescita del territorio, un esempio originale di modello di sviluppo sostenibile dei piccoli borghi delle aree interne». Ripacandida è consapevole di avere le carte in regola per attrarre turisti, potendo contare da un lato su una cucina locale di qualità e dall’altro su un paesaggio mozzafiato e incontaminato: dalla rupe su cui sorge, infatti, è possibile godere di distese a perdita d'occhio. E per tutto il corso principale si vede perfettamente il Monte Vulture e la Valle di Vitalba.
Oltre all’idea portante della «Trattoria diffusa», il progetto prevede la ristrutturazione e il recupero, a fini turistici, di alcune aree del paese, a cominciare dal piano terra dell’antico Palazzo Chiari/Martino. E ancora: opere di sistemazione e allestimento di un museo storico baronale all’interno del Palazzo Lioy; il recupero di cantine per un percorso culturale con relativo arredo urbano; la valorizzazione della festa patronale di San Donato; la realizzazione di laboratori didattici, culturali e del benessere e l’attivazione di una stazione di posta «info point» e centro servizi alla «Grotta del Pellegrino». Incardinati nel progetto anche incentivi e facilitazioni per smartworker (i lavoratori su internet), lo sviluppo della mobilità elettrica per visitare il borgo e la preparazione di pacchetti turistici per un’offerta di turismo organizzato.