Oro rosso

I predoni del rame all’assalto delle aree industriali lucane

Massimo Brancati

Melfi la più «bersagliata». Le rotte del materiale rubato portano all’estero

POTENZA - L’ultimo caso risale allo scorso 15 marzo, quando è andata in tilt la linea elettrica di tutta l’area industriale di San Nicola di Melfi. Black out non per un guasto, ma per furto. Furto di rame, di «oro rosso»: allertati dall’Enel di un inspiegabile calo di tensione che si era registrato in quell’area, i carabinieri hanno scoperto che qualcuno aveva portato via i cavi relativi a due linee elettriche, di media e bassa tensione. Per estrarre rame, ovviamente. Uno dei ladri, un cittadino rumeno, è stato arrestato, gli altri si sono dileguati nelle campagne circostanti.

Non è la prima volta che le zone industriali della Basilicata vengono prese di mira dai «predoni» di questo prezioso metallo il cui utilizzo è diffuso nell'impiantistica idrotermosanitaria, nella rubinetteria, nelle attrezzature per la nautica, nell'elettrotecnica, nell’elettronica e, soprattutto, nel comparto ferroviario. Insomma - è proprio il caso di dirlo - il rame è un materiale che va a ruba. Secondo le forze dell’ordine il motivo è da ricercarsi nella crisi che spinge i meno esperti a rubare il metallo nella speranza di poter ricavare qualche euro extra rivolgendosi poi a grossisti che a loro volta sono in contatto con soggetti della criminalità. Organizzazioni che indirizzano il rame verso le nuove potenze economiche mondiali, India, Cina e Brasile. Oggi una tonnellata di rame può arrivare a costare anche 8.000 euro. E se il materiale è di buona qualità il suo prezzo nel mercato nero può toccare quota 10 euro al chilo e comunque a non meno di 7. Dicevamo dell’utilizzo di rame per i trasporti sulle rotaie. Ebbene, le Ferrovie dello Stato hanno perso mediamente tre milioni di euro l’anno, a causa delle continue incursioni dei ladri, con conseguenti e indecifrabili costi ulteriori per rimettere a posto i danni provocati dal furto stesso. La fame di «oro rosso» porta i ladri a rubare anche i crocifissi dai cimiteri, come accaduto in Toscana e Puglia, oltre a grondaie di palazzi e di chiese. Proprio ciò che è accaduto a Potenza il 17 marzo del 2014 quando un 42enne venne arrestato dalla polizia. Nella sua auto gli agenti trovarono grondaie di rame provenienti dalla Cattedrale del capoluogo.

In Basilicata la più grande operazione di contrasto ai ladri di rame risale al 16 maggio del 2012 con la scoperta di una vera e propria centrale del rame rubato: la Polfer del compartimento di Bari e i militari del Corpo Forestale di Bari e Potenza, sulla scia di informazioni acquisite anche grazie a un capillare servizio di «intelligence», passarono al setaccio due «rottamai» di Lavello e Oppido Lucano - i cui proprietari furono denunciati - con l’obiettivo di individuare possibili ricettatori del rame rubato. Nell’impianto di Oppido, in particolare, furono rinvenute 7,5 tonnellate di rame (per un valore di 50mila euro) risultate provento di furto ai danni di Telecom, Enel e società ferroviaria Rfi. Nell’azienda la polizia trovò anche uno «sguainatore», apparecchio utilizzato per ripulire il rame dagli involucri e un improvvisato forno per il trattamento dei cavi.

L’area che ancora oggi - come dimostra il caso del 15 marzo scorso - più di tutte sembra attrarre l’interesse dei «predoni» è il Vulture-Melfese. E, in particolare, al confine con il Foggiano. Il caso più eclatante risale al 3 febbraio 2015 quando a Melfi si registrò il black out delle comunicazioni telefoniche. A provocarlo un gruppo di ladri che si portò via un chilometro di cavi in rame. Spesso, per fortuna, i blitz dei ladri non vanno a buon fine come accadde il 10 giugno 2014 quando i carabinieri intercettarono quattro ladri, recuperando centinaia di metri di cavi elettrici. Analoga operazione il 29 novembre del 2011 quando venne sequestrato un furgone con all’interno circa dieci quintali di rame, rubati in una fabbrica nella zona industriale di San Nicola. Che tra una crisi e l’altra deve guardarsi pure dagli «assalti» al rame.

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