Politica

Basilicata, per ricucire lo strappo Bardi-Fdi c’è l’ipotesi di un meloniano all’Ambiente

Antonella Inciso

Le fibrillazioni della giunta regionale potrebbero travolgere anche il Comune di Potenza

«Anche in dieci andiamo avanti. Avremo sempre l’appoggio esterno di qualcuno. Se no salterà qualcuno..». Il ragionamento passa nelle chat, nelle telefonate, nelle discussioni più o meno private. Per «salvare» il governo Bardi dai rischi della mozione di sfiducia e dal voto sul bilancio serve il «sacrificio» di almeno uno dei due neo assessori: il forzista Vincenzo Acito (Ambiente) e l’esponente del gruppo misto Vincenzo Baldassarre (Agricoltura).3 O entrambi se Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia dovesse impuntarsi sui due posti in giunta promessi e non avuti. Le ore decisive per la scelta si consumeranno nel pomeriggio di oggi, quando i vertici nazionali e regionali del centrodestra si incontreranno per provare a ricucire lo strappo tra il governatore Vito Bardi e Fratelli d’Italia, prima in maggioranza ora all’opposizione. Una frattura profonda che rischia di travolgere non solo la tenuta del governo regionale - con il voto di sfiducia che incombe ed il bilancio che rischia di non essere approvato - ma anche la città capoluogo, Potenza, dove Fratelli d’Italia è, al momento, fuori dalla giunta di centrodestra.

Senza la ricomposizione della maggioranza regionale l’effetto che potrebbe innescarsi sarebbe quello di un domino capace di districare i suoi effetti anche sull’amministrazione potentina.

Non tutti, però, ne sembrano consapevoli. E così le chat e gli incontri delle ultime ore si sono concentrati sui numeri, sugli schemi, sulle possibili «cacciate» da quel Bardi bis varato meno di dieci giorni fa e soprattutto sulla voglia dello stesso presidente di mediare pur di ricostruire la coalizione. Forza Italia in nome della maggioranza sembra pronta ad un passo indietro con Acito. La Lega anche - valutando la cessione della presidenza del Consiglio regionale a Baldassarre che, a quel punto, potrebbe entrare nel partito di Salvini. A pesare sulla soluzione, però, ci sono le scelte da fare. Da un lato con i due posti chiesti dalla Meloni, dall’altro con «il ramoscello» del presidente di un solo assessorato ma con l’aggiunta del vertice della presidenza dell’Arpab, l’agenzia regionale della protezione ambientale. La soluzione non sarà facile, anche perché - secondo i rumors -l’ultimo incontro tra Vito Bardi e Giorgia Meloni non si sarebbe concluso in modo idilliaco. Se, però, Roma dovesse decidere per una soluzione pacifica bisognerà anche trovare la quadra all’interno del gruppo consiliare regionale, considerato che Roma vorrebbe la riconferma dell’ex assessore Gianni Rosa (sostenuto dall’ala identitaria) ed i consiglieri preferirebbero la scelta dell’ex parlamentare Cosimo Latronico (legato a Fitto). Un problema nel problema. Da più parti nel centrodestra si fa professione d’ottimismo. In ballo ci sono i fondi del Pnrr da spendere, i progetti da approvare, le crisi da affrontare. Difficile pensare ad un ritorno alle urne. Restano le palline da muovere sul pallottoliere ed ecco che , seppure sussurrata, continua a circolare l’ipotesi di una stampella esterna. Del voto di «responsabili» proprio in nome del bilancio e dei soldi da spendere. Questo, mentre nel frattempo, ad intervenire è l’ex parlamentare e presidente della Regione per il centrosinistra, Antonio Boccia. « La Basilicata è ormai commissariata - precisa - i segretari regionali di centrodestra si recano a Roma per tentare di risolvere la crisi alla Regione e presumibilmente le quasi crisi al Comuni Potenza. Non é la prima volta. I segretari nazionali indicano nomi per gli incarichi istituzionali e subistituzionali e fissano equilibri ed organigrammi. Non é una buona cosa. È il segno di mancanza di autorevolezza, di capacità e di autonomia della dirigenza lucana». Dirigenza lucana che proprio oggi sarà a Roma per decidere.

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