Il caso
Stellantis: crisi grave, a Melfi scendono turni lavoro: taglio temporaneo per 1.500 persone
Incontro direzione-sindacati, conseguenza della guerra
MELFI - alla crisi dei semiconduttori alla guerra in Ucraina fino, probabilmente, ad un nuovo «fronte» per il Governo: è la parabola di sofferenza per lo stabilimento di Melfi (Potenza) di Stellantis, a cui la congiuntura decisamente avversa di questi mesi ha «regalato» oggi un colpo pesante: la "salita produttiva» programmata dall’azienda «non è più percorribile».
Non solo quindi la produzione di 500X e Jeep Renegade e Compass non aumenterà, ma i turni di lavoro scenderanno - a partire dal prossimo 4 aprile - da 17 a 15, «con un conseguente esubero giornaliero provvisorio di 1.500 unità», per i quali si attiveranno gli ammortizzatori. E’ la conclusione dell’incontro fra la direzione dello stabilimento lucano di Stellantis - in cui lavorano poco meno di settemila persone - i sindacati (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Eglm e Aqcf) e la Rsa della fabbrica. Due numeri per farsi un’idea più precisa del passaggio da un’era all’altra: nel 2015 a Melfi furono prodotte 390 mila automobili, che nel 2021 sono diventate 163.646.
Il punto di partenza del confronto di oggi fra azienda e sindacati è stata la crisi dei semiconduttori, un problema che si trascina da mesi, originato e cresciuto durante la pandemia: a più riprese, la produzione ha subito rallentamenti e blocchi proprio a causa della loro carenza. La guerra Russia e Ucraina ha fatto il resto, visto che quelle aree sono produttrici leader della materia prima utilizzata per costruire i microchip. Questo ha aggravato «sempre di più qualsiasi tipo di programmazione produttiva», costringendo l’azienda ad abbandonare il progetto di aumento della produzione a Melfi.
Un’altra conseguenza diretta dell’aggravarsi della situazione legata al conflitto in Ucraina sarà la revisione degli ammortizzatori sociali che si stanno utilizzando in questo periodo: dal 4 aprile si tornerà ad un «contratto di solidarietà con le nuove regole del 2022, che prevedono una 'riduzione massima dell’80 per cento di stabilimentò». I sindacati sono molto preoccupati proprio per questo: gli ammortizzatori sociali in essere scadranno a luglio: ed ecco il nuovo «fronte» per il Governo, chiamato a pensare a «strumenti straordinari per affrontare questo momento drammatico e di transizione» e per sostenere il reddito dei lavoratori. Il 22 marzo è già previsto un nuovo incontro con Stellantis e i sindacati chiederanno a Governo e Regione Basilicata «fatti concreti affinché a Melfi non si perda nessun posto di lavoro». Dicendo Melfi, i sindacati parlando di «tutta l’area industriale», perché non vogliono che si faccia «efficienza sui lavoratori».