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Melfi, sparisce il 118 dalla Fca «Ora tutti rischiamo di più»

 
Francesco Russo

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Francesco Russo

Melfi, sparisce il 118 dalla Fca «Ora tutti rischiamo di più»

La rabbia degli operai, l’incubo dei residenti: «Abbandonati a noi stessi»

Venerdì 04 Giugno 2021, 13:03

Melfi - La sospensione del presidio del 118 nell’area industriale di San Nicola di Melfi ha creato scalpore fra i residenti dei diversi comuni dell’area e fra i metalmeccanici impiegati alla Fca e nelle diverse aziende dell’indotto. Dall’azienda sanitaria Potenza provano a calmare gli animi e parlano di «soluzione temporanea dovuta a carenza di infermieri in altre postazioni».

La popolazione del Melfese è comunque unita e compatta, nel considerare negativamente un provvedimento, in vigore dal primo giugno, che mette a rischio migliaia di lavoratori e gli stessi residenti dei centri limitrofi, che potrebbero trovarsi «scoperti» in caso di più emergenze contemporanee.

«È una sospensione del servizio che si sarebbe dovuta evitare, anche per la carenza di personale in cui versa il servizio di Emergenza Urgenza in Basilicata, ma soprattutto nel Vulture Melfese», commenta Mauro Carretta, consulente assicurativo di Lavello.

«Se dovesse continuare si provocherebbe - prosegue - l’ingolfamento del Pronto Soccorso di Melfi, che anzi, avrebbe bisogno di un coordinamento almeno diurno con quello di Venosa. È un rischio non solo per i lavoratori, ma anche per gli abitanti dei diversi centri della zona, poiché quando e se dovesse succedere qualcosa di importante sul territorio sarebbe difficile intervenire. Il servizio del 118, del resto, da noi funziona benissimo e sarebbe un peccato assistere ad un suo ridimensionamento».

«Se dovesse trattarsi di soppressione e non di sospensione del 118 a San Nicola di Melfi sarebbe un vero rischio per tutti noi. La salute e la sicurezza dei cittadini dovrebbero essere al primo posto: peccato che abbiano sospeso il servizio», sottolinea Michele Mossucca, imprenditore nel settore dei trasporti, con sede proprio a San Nicola di Melfi. «Penso che il servizio 118 - dice invece Mauro Camerino, libero professionista della zona - sia assolutamente fondamentale per la sicurezza dei lavoratori Fiat. Si parla tanto di iniziative per la sicurezza sul lavoro. Ma tagliare un servizio di pronto intervento quale il 118 per un sito produttivo ed industriale così esteso, che dà lavoro a migliaia di persone, non può che essere una negazione del diritto degli operai ad essere soccorsi in tempi rapidi in caso di emergenza».

«La sensazione - interviene Vittorio Cilla, operaio di una delle aziende dell’indotto industriale e residente ad Oppido Lucano - è di sconforto. Dopo tante battaglie per garantire ai lavoratori un minimo di sicurezza in quell’area, ora con un niente si va a togliere un servizio indispensabile. Non capisco perché il sindacato e la politica non si siano mossi prima: è grave quello che è accaduto. Ed ancora più grave è che tutto questo avviene quando vengono ridotti le produzioni e l’orario di lavoro. Prima mettono in cassa integrazione ed ora - conclude - sopprimono i diritti essenziali di noi operai».

«È una cosa abbastanza seria, anche perché la manutenzione e le ditte esterne, ad esempio, lavorano pure quando lo stabilimento è chiuso e non ci sono operai di linea. Cosa succederebbe in caso di un malore o di un infortunio, senza il servizio 118?», sostiene un manutentore originario di Aversa ma residente nella zona.

A lanciare per prima l’allarme della possibile (poi avvenuta) sospensione del Punto territoriale di Soccorso a servizio dell’area industriale è stata la segreteria regionale della Fials. Il presidio 118 di San Nicola di Melfi è stato chiuso a causa di carenza di personale, utilizzato per le necessità di altre postazioni. Una decisione, che alimenta le paure degli operai. Pochi mesi fa, del resto, un lavoratore della Fca aveva perso la vita a causa di un malore, con i colleghi che hanno assistito senza poter fare nulla alla terribile scena.

«Il servizio è stato solo sospeso per una temporanea mancanza di infermieri», assicura Serafino Rizzo, direttore facente funzioni del Dipartimento Emergenza Urgenza (Deu) della Asp Basilicata. «Siamo stati costretti - spiega il dirigente - a far fronte ad un momento di sofferenza in termini di organico. In alcune postazioni si sta verificando una carenza di infermieri, ma dall’Ufficio del personale mi hanno detto che tra pochi giorni alcune unità rientreranno in servizio e ce ne saranno di nuove. Perché la scelta di sospendere il servizio di San Nicola di Melfi? Da una parte poiché in questi giorni nell’area industriale c’è meno personale per via della cig, dall’altra perché è attivo il servizio del 118 a Lavello, distante pochissimi chilometri dalla Fca. Presto - conclude Rizzo - tutto tornerà come prima».

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