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Melfi, riparte la produzione ma c'è l'incognita componenti

 
Francesco Russo

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Francesco Russo

stabilimento Fca Melfi

Dopo una settimana di fermo della linea Compass si riprende a pieno regime. Incertezza per i pezzi dalla Cina

Domenica 31 Gennaio 2021, 19:24

19:25

MELFI (Potenza) - Riprendono le produzioni della Jeep Compass dopo una settimana di cassa integrazione che ha coinvolto non solo i lavoratori della Fca addetti a quel target di modelli, ma anche i colleghi di diverse aziende dell’indotto. La fabbrica, comunque, ripartirà con i suoi modelli di punta, fra la speranza che il lavoro nel mese di febbraio sia più continuo e l’incognita di eventuali problemi che potrebbero sorgere, come a gennaio, dalla difficoltà nelle forniture di alcune componenti provenienti dalla Cina, che stanno creando difficoltà a diverse case automobilistiche, tra cui la stessa Stellantis.

«Dopo una settimana di fermo della linea della Compass - dice il segretario regionale della Uilm, Marco Lomio - riprende a pieno regime il lavoro nello stabilimento. Manca ancora il terzo turno di Compass, che sarebbe dovuto partire il 15 febbraio, ma c’è stato un piccolo slittamento. Il dato positivo è che da domani si riduce la cassa integrazione e molti operai torneranno sul posto di lavoro. Speriamo che questa ripresa sia duratura e che presto si risolvano i tanti problemi che ci sono con le forniture dalla Cina verso Magneti Marelli e ci spossa dar corso al piano industriale che nei mesi scorsi era stato stabilito».

«Il fatto che si riprenda a lavorare è senz’altro positivo, nella speranza che sia qualcosa di duratoro», commenta il segretario regionale della Fiom-Cgil, Gaetano Ricotta, che però aggiunge: «L’importante è che si risolvano i problemi della componentistica: se le forniture dall’estero continuano a determinare problemi si dovrebbe dare più importanza alla componentistica di Melfi».

La nascita del super gruppo Stellantis, le situazioni di crisi che ancora si registrano nel settore, ma anche il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici saranno intanto al centro di un ciclo di incontri in videoconferenza che animeranno il dibattito promosso dalla Fim-Cisl. Domani mattina, primo giorno di febbraio, si discuterà con i rappresentanti sindacali delle prospettive produttive e occupazionali del distretto lucano dell’Automotive. Nel pomeriggio toccherà ai rappresentanti sindacali della Fim del potentino e del materano dare voce alle tante emergenze aziendali in corso, come Ferrosud e Giuzio. Per il segretario generale della Fim-Cisl, Gerardo Evangelista «serve un rilancio di tutta la filiera dell’indotto di Melfi per mantenere i posti di lavoro e per consentire il rientro a lavoro delle maestranze di tutto il comprensorio».

Secondo Evangelista «bisogna valorizzare il vantaggio competitivo di avere un parco fornitori all’interno del comprensorio, collegato direttamente allo stabilimento. Per farlo tutti devono remare nella stessa direzione: le aziende che investono e le istituzioni che devono creare le condizioni di contesto adatte, assicurare servizi efficienti e un sistema di trasporti sicuro. Francamente tanto la Regione quanto le Province non ci sembrano del tutto consapevoli di avere a che fare con un comprensorio industriale che muove ogni giorno 15 mila persone».

Evangelista auspica «un’efficace politica industriale per aiutare la competitività del sistema paese e costruire un futuro in cui i figli possano stare meglio dei padri. Il paese va unificato intorno ai valori di solidarietà, lavoro e sviluppo. È quello che come Fim stiamo cercando di fare nel negoziato per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. La posta in gioco - conclude il sindacalista - non è solo il salario».

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