«silver economy»
Crisi economica da pandemia: la Basilicata fa leva sui pensionati
Secondo una recente ricerca, il 50,8 % dei pensionati ha supportato in maniera decisiva, dal punto di vista economico, la propria famiglia
POTENZA - Da sempre si dice che i pensionati siano l’«ammortizzatore sociale» in contesti familiari schiacciati da disoccupazione e precarietà.
L’emergenza sanitaria legata al Covid, tra aziende chiuse e cassintegrati, ha accentuato questa visione, fino a spingere gli economisti a ricomprendere nel concetto di «silver economy» quanto sta accadendo, in quest’ultimo anno di pandemia, nello scenario lavorativo e imprenditoriale nazionale.
Secondo una ricerca dell’associazione 50&Più, aderente a Confcommercio, in collaborazione con l'istituto di ricerche di mercato Format Research, il 50,8 per cento dei pensionati ha supportato in maniera decisiva, dal punto di vista economico, la propria famiglia. In Basilicata - dove l’età media della popolazione è cresciuta a dismisura negli ultimi anni (Potenza e Matera sono tra le 58 città italiane con una percentuale di popolazione over 65 al di sopra della media Ue del 33 per cento) - il rapporto è ancora più accentuato. Anche perché, accanto ai pensionati, c’è un nucleo consistente di imprenditori over 70 ancora in attività: sono poco meno di 3mila solo nella provincia di Potenza, con un peso del 12,5 per cento sul totale complessivo, di cui 1.025 sono donne (il 34,3 per cento degli over 70 totale). Tra i settori di attività, al primo posto ci sono gli agricoltori (2.251) e subito dopo i commercianti (350), i piccoli imprenditori edili (114) e i ristoratori (66).
Per Confcommercio i nonni imprenditori sono un esempio e uno stimolo per i tanti giovani che, continuano a credere nella piccola e media impresa come risorsa e fonte di reddito e nel comparto commercio-servizi rappresentano la migliore tradizione del negozio di servizio per piccole e grandi comunità.
«La longevità dell’impresa – sottolinea Fausto De Mare, presidente Confcommercio di Potenza – è un bene raro. Una risorsa e un valore concreto per l’impresa e la società in cui l’impresa opera. La storia, lunga, di un’impresa, la sua capacità di mantenere nel tempo il successo tra crisi e battute di arresto, la sua stabilità e continuità e dunque la sua longevità le forniscono un sicuro vantaggio competitivo. Per noi la trasmissione di esperienze e saperi alle giovani generazioni è un’opportunità per guardare indietro e immaginare il futuro, per riflettere sulla storia della piccola e media impresa dei nostri territori e per ripensare alla “mission” che attende i gruppi dirigenti locali, “orgogliosi” dell’appartenenza alla storica confederazione dei titolari di attività di commercio, servizi, turismo. Favorire la staffetta generazionale nonni-nipoti commercianti – conclude De Mare – è pertanto un obiettivo da perseguire».
Di qui la necessità di puntare sulla «silver economy» per rilanciare l’economia dei singoli territori attraverso un «patto generazionale» che consenta ai giovani di trovare all’interno della «silver economy» occasioni di crescita, di occupazione e di impresa. «Promuovere una “silver economy” - precisa De Mare - non significa solo creare servizi sanitari e sociali. È proprio un mercato nuovo che passa per l’edilizia (ristrutturazioni abitazioni), la tecnologia (teleassistenza), l’area benessere, il turismo, la cultura e la sicurezza. La longevità per noi - conclude il presidente di Confcommercio - deve diventare elemento di sviluppo economico e di creazione di ricchezza sociale».