FARDELLA - «Quando ho visto quello che stava accadendo non potevo credere ai miei occhi. In quei pochi secondi, prima di realizzare, pensavo che il cane fosse già morto. Invece era ancora vivo e dovevamo fare di tutto per liberarlo».
È il racconto di una delle tante persone che, nel piccolo paese lucano di Fardella, giovedì si sono trovate involontarie testimoni di un atto gravissimo: un povero segugio di circa 10 anni è stato legato dalla zampetta posteriore, con una corda, ad un furgone e trascinato causando ferite mortali. L’uomo alla guida, poco prima, era andato al Municipio a chiedere che il canile venisse a prendere l’animale che, aveva raccontato, «si introduceva nel suo terreno».
Al Comune si stavano attivando ma, nel giro di nemmeno mezz’ora l’uomo è passato alle vie di fatto. Diversi cittadini vedendo quel povero cane trascinato per le vie del paese hanno lanciato l’allarme chiamando anche i Carabinieri e sono riusciti a bloccare l’uomo e liberare l’animale in gravissime condizioni.
«Quando sono arrivato - spiega Antonio Milione, del canile di Latronico - ho trovato tutta la gente lì intorno, i Carabinieri e il povero animale ferito. L’ho portato in canile e il dottor Di Sirio, veterinario dell’Asp, lo ha curato, ha fatto il possibile. Ma le ferite erano troppo profonde e il cane è morto. E la malvagità nella malvagità è stata di averlo legato dalla zampetta posteriore, facendo in modo che non tentasse nemmeno di correre».
Il gesto è stato condannato dalla sindaca Domenica Orofino e da tutta la comunità. Al povero animale, sebbene morto, è stato dato il nome di Pluto per iniziativa del gruppo «Cane Lupo Cecoslovacco Italia» in accordo coi tanti che si sono adoperati per aiutarlo. Ed ora, per Pluto e per quello che rappresenta, tutti chiedono giustizia. Una richiesta affidata alle indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia di Senise.