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Potenza, la Finanza negli uffici della Soprintendenza

 
Massimo Brancati (foto Tony Vece)

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Massimo Brancati (foto Tony Vece)

Potenza, la Finanza negli uffici della Soprintendenza

POTENZA - La sede della Soprintendenza Archeologica

Parco eolico a San Chirico Nuovo: sequestrati documenti

Sabato 26 Settembre 2020, 16:37

POTENZA - La Guardia di Finanza nella sede della Soprintendenza Archeologica a Potenza. I militari hanno eseguito una perquisizione e sequestrato documenti che riguarderebbero il parco eolico di contrada Serra Barone a San Chirico Nuovo, finito in un fascicolo giudiziario da diversi anni. Autorizzato nel 2013 da una delibera che coinvolge i comuni di San Chirico Nuovo e Tolve, per una potenza complessiva pari a 19,80 Mw, l’impianto sorge in un’area di grande interesse archeologico, andando ad impattare il raggio d’azione di una millenaria sorgente di acqua, Antica Fonte denominata nel X secolo d.C. «Fontana del Barone». Proprio qui ci sarebbero stati insediamenti umani fin dai secoli XII e X a. C.

Possibile che in una zona di così grande valenza archeologica abbiano dato l’autorizzazione a installare pale eoliche? La vicenda, denunciata più volte dal sito di informazione Basilicata24, evidentemente è approdata a un’inchiesta con i finanzieri che stanno acquisendo carte e controllando atti per ricostruire tutti i passaggi burocratici e capire se nel mosaico delle autorizzazioni ci sia qualcosa di poco chiaro.

Due anni fa, dopo la denuncia di Basilicata24, lo ricordiamo, il Comune di San Chirico Nuovo ha ritirato il parere favorevole all’opera, espresso in sede di conferenza di servizi, segnalando inesattezze del progetto stesso su tutela delle acque superficiali, rispetto della distanza dal sito archeologico e sicurezza stradale. Contemporaneamente l’amministrazione comunale ha sollecitato la Soprintendenza Archeologica ad emanare il vincolo archeologico per l’area interessata dai lavori e alla Regione di rivedere l’autorizzazione unica rilasciata nel 2013. In una nota a firma dell’allora responsabile dell’area tecnica del Comune, l’architetto Giuseppe Lo Tito (autore di denunce inviate anche ai carabinieri), sono state evidenziate «anomalie». Una su tutte: nel progetto si sottolineava l’«assenza di pozzi e sorgenti nelle aree impegnate dalle macchine».

In realtà Lo Tito ha fatto notare che ben due piazzole previste ricadono a ridosso o sopra fontane quali quelle del Barone, nel comune di San Chirico Nuovo, e di Serra di Lenne, nel comune di Tolve.

Di qui la richiesta di «provvedimenti idonei a tutelare lo stato dei luoghi per salvaguardare le acque superficiali e l’aspetto archeologico del sito». Lo Tito non riceve risposta. E circa un anno dopo viene licenziato addebitandogli alcune mancanze relative anche a vecchie pratiche. Il dubbio che possa essersi trattato di una ritorsione per il suo impegno anti-eolico fa il paio con i sospetti che ruotano attorno all’incendio dell’auto di un medico del paese, Nicola Straziuso, episodio che risale al 26 marzo del 2019. Anche lui aveva espresso più volte dubbi sul «parco del vento».

Quel vento che, per dirla alla Basilicata24, a San Chirico Nuovo sta cancellando la storia.

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