MELFI - Prove tecniche di ripresa alla Fca di Melfi: da questa mattina e fino a giovedì, circa 750 operai torneranno in fabbrica ogni giorno per lo svolgimento di operazioni preliminari all’avvio delle produzioni dei modelli ibridi, in attesa delle decisioni che prenderà il governo per il post 4 maggio. Saranno avviate, inoltre, le attività di ricerca su Jeep Compass e Renegade in versione ibrida, che già erano iniziate dal 14 aprile scorso nell’area detta «pilotino». Oltre agli operai della Fca di Melfi, tornano in fabbrica - per ora in un centinaio circa - i lavoratori di alcune aziende dell’indotto industriale che realizzano componenti per il Ducato della Sevel di Atessa, in Abruzzo. «La partenza del 27 aprile è condizione essenziale, per Fca, per poter produrre i Veicoli Prototipali Ibridi, attraverso lo svuotamento preliminare - spiegano Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic, Uglm ed Aqcfr - delle linee produttive mediante il completamento della costruzione di circa 600 veicoli 500X, Jeep Renegade e Jeep Compass in versioni non ibride». Ma nel mondo sindacale non mancano le preoccupazioni. «Riteniamo prematuro - dice la responsabile per la Fiom-Cgil dell’indotto Fca, Giorgia Calamita - l’avvio delle attività produttive, per le mancate indicazioni da parte del governo di piani completi che possano garantire la sicurezza dei lavoratori, a partire dalla viabilità. Reputiamo inoltre necessario riprendere il confronto con le aziende dell’indotto Fca e della logistica, per approfondire gli accordi siglati sull’applicazione del protocollo per la prevenzione e il contenimento del contagio Covid-19 per tutti i tremila lavoratori, in modo da poter controllare la situazione nell’area industriale». La Fiom chiede inoltre «l’implementazione delle misure già previste dal protocollo, con verifiche continue» e la rotazione «della cig tra tutti i lavoratori». Per la ripresa lavorativa la Fiom-Cgil considera inoltre «indispensabile un piano regionale sulla viabilità per eliminare il rischio contagio dei lavoratori». Dello stesso avviso, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Carmela Carlucci, Gianni Leggieri e Giovanni Perrino, che fanno sapere di aver «interrogato il presidente della giunta regionale per conoscere le misure di prevenzione previste a tutela dei lavoratori, con particolare riferimento alla riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico».
Proprio sul tema ieri mattina ieri mattina si è tenuta una call conference tra Fca, l’assessore regionale ai trasporti Donatella Merra e le segreterie di Fim, Uilm, Fismic e Uglm. È stata condivisa la necessità di strutturare una cabina di regia regionale per programmare il servizio di trasporto diretto all’area industriale di San Nicola di Melfi, tenuto conto che la capienza degli autobus si ridurrà all’incirca del 60% per garantire la distanza sociale. Pertanto il servizio, sia nel numero delle navette ma anche in generale nella sua organizzazione, subirà cambiamenti.
Intanto sul fronte sanitario, dalla mezzanotte di ieri la Basilicata non ha più «zone rosse». Moliterno, Irsina e Tricarico aprono i confini. A Moliterno, in particolare, è terminato ieri lo screening su un campione di mille abitanti attraverso un doppio test: prelievo del sangue e tampone. L’obiettivo è quello di verificare la diffusione del virus e di capire l’incidenza degli asintomatici. Analoga operazione sarà fatta nelle altre due ex «zone rosse». Sul fronte statistico, la Basilicata ha registrato ieri cinque nuovi contagi per un totale di 219, un dato ben al di sotto della media nazionale in rapporto alla popolazione residente.