nel Potentino

Senise, con la chiusura dei ristoranti è crisi nera per il peperone Igp

Mariapaola Vergallito

L’assessore Fanelli: «Stiamo lavorando su varie soluzioni possibili»

Un settore al collasso per il blocco dovuto alle misure a contrasto dell’emergenza Covid 19, che rischia di far soccombere le aziende: è l’allarme del Consorzio di Tutela del Peperone Igp di Senise, prodotto di pregio distribuito in particolare nei ristoranti e in quelle attività oggi chiuse. Un allarme sintetizzato in due lettere inviate all’assessore regionale all’agricoltura Francesco Fanelli. Le aziende Igp per l’anno 2019 sono 12 ( tra produttori e trasformatori, in grado di generare occupazione per un valore complessivo di circa 1 milione di euro). «Da una prima analisi- scrive il presidente del Consorzio Enrico Fanelli al suo omonimo assessore regionale - si stima in circa 200 quintali il prodotto invenduto, per una perdita mensile che oscilla tra i 20 e i 30 mila euro per azienda. Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende». Abbiamo sentito l’assessore Fanelli per capire quali misure intende mettere in campo.

I produttori chiedono interventi immediati.

«Dopo la prima comunicazione del presidente del Consorzio ho ritenuto di chiamarlo per capire bene la situazione, anche nel dettaglio. La crisi del peperone, come tanti altri settori soffre una forte riduzione del fatturato».

Quali sono le misure possibili?
«Stiamo facendo un quadro chiaro e complessivo su quelle che sono le esigenze di ogni comparto. Immagino che sul peperone bisogna tendere maggiormente alla trasformazione, rispetto a prima, perché in questo modo si può commercializzare anche successivamente».

Ovviamente parliamo di un prodotto a Indicazione Geografica Protetta, come è quello di Senise, che richiede costi e investimenti maggiori.

«E’ sicuramente una produzione pregiata e l’attenzione c’è. Mi è stata fatta anche la proposta di utilizzare i fondi del Programma Speciale Senisese destinati al peperone».

Sarebbe giusto utilizzare ‘’fondi speciali’’, tra l’altro attesi da anni, per un momento emergenziale?
«Il Programma Speciale Senisese potrebbe essere un’occasione buona per dare risposte al territorio però sarà indispensabile, e voglio sottolinearlo, farlo con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni locali».

Al momento quello che chiedono i produttori è liquidità immediata.
«Noi stiamo cercando di portare avanti azioni anche di confronto con il Ministero per sbloccare tutte le pratiche del Programma di sviluppo rurale, per velocizzare i pagamenti. In questo mese abbiamo pagato oltre 6 milioni di euro per le misure del PSR; stiamo cercando di trovare tutte le soluzioni possibili. Compatibilmente col fatto che, purtroppo, ci troviamo di fronte ad una guerra, i cui danni richiedono una strategia nel breve e nel lungo periodo».

I fondi ci sono?
«I fondi per l’emergenza dobbiamo trovarli. L’attenzione è massima, stiamo verificando la possibilità di reperire fondi all’interno del bilancio regionale per dare delle risposte veloci e poi sollecitiamo anche a livello nazionale interventi. E devo dire che c’è grande collaborazione tra tutti gli assessori regionali e il Ministro Bellanova affinché si possa giungere ad azioni concrete».

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