La denuncia

Coronavirus, contagiata a Potenza: «Sommersa in casa da rifiuti che nessuno viene a ritirare»

Massimo Brancati

«Moriremo di tifo». Nessuno ritira i rifiuti di chi è in quarantena perché contagiato

«Se non muoio di coronavirus così morirò di tifo». È un grido di dolore quello lanciato da Margherita Telesca, 74 anni, moglie del «paziente 1» di Potenza, il pensionato che l’11 marzo scorso è stato ricoverato al San Carlo per aver contratto il Covid 19.
La signora è in quarantena con il figlio perché entrambi sono risultati positivi al tampone. Il suo appartamento rischia di trasformarsi in una discarica di rifiuti: da otto giorni non può smaltirli e li deposita sul balcone in attesa di segnali dalle autorità sanitarie e comunali. È immondizia equiparabile agli scarti speciali dal momento che si tratta di materiale contaminato, possibile veicolo di trasmissione del maledetto virus.

Si è rivolta al Comune per chiedere il da farsi?
«Da venerdì scorso, ma il problema non è stato risolto. Da una parte mi dicono che i miei sono rifiuti speciali e dall’altra che devo rivolgermi ad amici o parenti per farli venire a prendere. Una follia. Posso mettere a repentaglio la salute di altri cittadini? Dovrebbe provvedere qualcuno munito di una giusta attrezzatura, capace di isolare il contenuto dei sacchetti. Non può essere trattata come spazzatura normale».

È un problema, evidentemente, che nessuno si è posto in questa emergenza Covid 19...
«Infatti. Purtroppo i contagi aumentano e ci sono diverse famiglie nella mia condizione. Quella dei rifiuti prodotti da chi è stato colpito dal virus è una questione da affrontare e risolvere».

Come state affrontando questo difficile periodo?
«Un incubo, è ovvio. Per fortuna non ho la febbre, da parecchi giorni e non ho neppure la tosse. Sono asintomatica. Avverto solo un senso di stanchezza infinita, con una sudorazione notturna esagerata che poi mi porta ad affrontare la giornata con difficoltà. Fino a qualche giorno fa mio figlio ha avuto qualche linea di febbre».

C’è qualcuno che segue la vostra quotidianità?
«Un medico chiama quasi tutti i giorni per mio figlio a cui è stato detto che forse ha una carica batterica superiore rispetto a me. Questo Covid 19 è un essere invisibile e maledetto che ti lascia senza forze».

Assumete medicinali?
«No, niente. Solo se la temperatura dovesse aumentare oltre i 38 gradi bisognerebbe avvertire il medico di riferimento».

Suo marito, invece, è ricoverato in ospedale. Come sta?
«Non bene, ma mi dicono che c’è qualche lieve miglioramento. Speriamo».

Abbiamo detto dei rifiuti. E per la spesa come fate?
«Provvede la Protezione civile: prendono l’elenco delle cose da comprare davanti alla porta e poi mi portano le buste. Ripeto, resta il problema dei rifiuti. Ho ancora dei pannoloni di mio marito, utilizzati poco prima del ricovero perché faceva fatica ad alzarsi dal letto per andare in bagno».

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