C’è un Capodanno che tutti hanno visto dal vivo a Potenza, in piazza Mario Pagano, e sugli schermi di Rai 1 nella diretta in mondovisione, ma c’è anche l’altra anima della lunga notte di San Silvestro.
Quella che non si vede, quella del dietro le quinte dove nasce lo spettacolo. L’altro set de L’Anno che verrà di Rai 1, più magico e misterioso, il motore di una grande macchina perfetta, dove tutto deve funzionare all’unisono, dove gli artisti si mescolano ai tecnici, le maestranze al personale di sicurezza e alle forze dell’ordine in un alternarsi su una scena che in pochi vedranno, ma che tanto più sarà in sincronia, tanto più si tradurrà nello spettacolo più bello.
La piazza è gremita ma basta arrivare alle transenne che la separano da quella striscia di strada che divide il palco dalla Prefettura per rendersi conto di tutto il mondo che gira intorno allo show che introdurrà nel nuovo anno.
La Gazzetta accompagnata dal fotoreporter Tony Vece, nella notte di San Silvestro ha varcato quel confine, entrando nella Provincia di Potenza, trasformata per l’occasione. I suoi uffici sono diventati camerini, inedito set dove prende vita lo spettacolo. Dalle finestre del piano terra si intravvedono gli abiti di scena dei ballerini tra colori e paillettes, poi in fondo l’entrata nel palazzo, intorno alle 18. A sinistra, il primo camerino è proprio quello di Amadeus, il numero 7. Ma il conduttore non è ancora arrivato.
Poco più avanti il camerino di Cristiano Malgioglio. Non sono ancora le 19, ma lui è già lì con il suo gruppo e accetta di parlare con la Gazzetta. Parla della città di Potenza. «È molto affascinante con la neve, proverò a visitarla in macchina». Poi i ricordi. «La prima volta, tanti anni fa, sono rimasto un pochettino perplesso perché, mentre cantavo in piazza, c’era la gente che passeggiava. Ora il pubblico è completamente cambiato e anche il mio personaggio. È diverso, sono molto amato anche dai giovani e dalle ragazzine. Sono unico nel mio genere». E ora è al fianco di Amadeus su Rai 1. «Sono contento perché Amadeus e Angelo Mellone, il capo struttura Rai, mi hanno voluto e non è stato facile perché avendo un contratto con Mediaset non sarei potuto venire qui. Però ho chiesto all’azienda se mi facessero questo regalo. Loro sono stati meravigliosi. Sono tornato in Rai dopo tanto tempo e dove sono nato. E adesso ho due mamme meravigliose alle quali sono particolarmente affezionato».
Ci saluta. Deve prepararsi per andare in scena davanti al pubblico di Potenza. «Già lo sento l’urlo appena uscirò sul palco». Ma un brano che dedicherebbe a questa città? Si alza e comincia a cantare: «”Tu si’ ‘na cosa grande pe’ mme. ‘Na cosa ca me fa nnammurà”... Ecco questo brano di Domenico Modugno dedicherei a Potenza».
Per lo show bisogna aspettare un po’, nel corridoio passano i carrelli portabiti, su una gruccia si legge “Omaggio a Michael Jackson”. Il corpo di ballo, 30 elementi, attende nei camerini, mentre nei corridoi incontriamo il coreografo Fabrizio Mainini.
«Viaggiamo sullo stile delle canzoni, con evoluzioni coreografiche su quei temi, ma abbiamo anche due medley che faranno solo i nostri ragazzi: uno ispirato ai successi italiani e l’altro è un omaggio a Michael Jackson». «Il corpo di ballo è integrante in questa trasmissione perché è quasi omni presente, soprattutto dopo la mezzanotte il palco de “L’Anno che verrà” è quasi esclusivamente del balletto». Un ballo per la città di Potenza? «In questo periodo mi stimola una coreografia sugli sci, piuttosto che “sul cocuzzolo della montagna”».
Dietro le quinte c’è anche Gigi Marzullo con la sua domanda di fine anno. «Un anno che finisce, un anno che comincia, più un traguardo o più una partenza?». A chi la rivolgiamo? «Al Direttore, all’Italia, agli italiani, agli amici del Sud, ai lettori della Gazzetta del Mezzogiorno».
Riccardo Fogli e i selfie. Il suo camerino è vicino a quello di Fausto Leali. «Dopo un anno così impegnativo, vorrei un 2020 per stare un po’ più in famiglia o magari portare loro con me. Ma, chissà! Dio organizzerà la mia vita». Poi il ricordo di tanti concerti a Potenza. «Con i Pooh, ma anche come Riccardo Fogli, quando non era così noto, e con un amico potevamo andare in giro, camminare, vedere gli scorci, i panorami ora è diventato più complicato per i selfie. E la passeggiata diventa un lungo selfie fotografico. Piacevolissimo ma alla fine si preferisce chiudersi in albergo e mangiare qualcosa».
Al Bano parla russo. Stringe le mani e si presta per un selfie con i fan che si aggirano nel dietro le quinte della Provincia, dopo esser riusciti a recuperare un pass. Poi accetta la curiosa richiesta di Rocco, di Picerno, che è sposato con una russa, Svetlana.
«Al Bano mi fai un video in russo da mandare a mia suocera?». «Ma io non conosco il russo», replica lui. «Hai fatto tanti concerti lì e in Russia sei molto amato». Ma Al Bano riesce ad accontentarlo, anche se solo con un semplice «Spasiba», prima di entrare in camerino, il numero 15, per prepararsi all’uscita.
Passa Romina. Tutta in giallo, bellissima, Romina nel camerino accanto a quello di Al Bano, il numero 16, si sta preparando per un’intervista prima dello spettacolo. «Si, è bellissima Potenza, un caldo pazzesco... - ironizza - ma il caldo arriva dal pubblico, si avverte».
Ormai ci siamo. Il conduttore arriva, l’abbraccio con Curreri, l’apripista della serata. Con Amadeus c’è Giovanna, sua moglie. È il momento di prepararsi. Amadeus è pronto con smoking bianco e bavero nero. Esce dal camerino. Tante mani: chi lo sostiene, chi gli dà una pacca, un saluto, un in bocca al lupo e lui ringrazia e si concede anche per una foto prima di avviarsi verso il palco.
L’attesa di Orietta Berti. Sorride e accetta di farsi fotografare dietro le quinte. Anche lei pronta per entrare in scena. «Andiamo». «È ancora presto, mancano dieci minuti, meglio fermarci nel pub», le suggerisce il figlio. «C’è la televisione». «No preferisco aspettare qui, forse mi avete fatto preparare troppo presto». E nell’attesa risponde alla Gazzetta. «La gente è cordiale. Sono venuta tante volte in Basilicata e conservo un bel ricordo della città. Un augurio di serenità e un po’ di lavoro a tutti».
Dal “quartiere generale” della Provincia, la macchina dello show parte e gli artisti cominciano a lasciare i camerini. Altri arrivano in taxi davanti alla Prefettura, dove giungono anche i gruppi, gli emergenti e gli artisti lucani. Ci spostiamo al Pub Goblin’s, dove la Gazzetta riesce ad entrare e incontrare in esclusiva gli artisti che, finita l’esibizione, entrano nel pub».
Elettra sfugge via, Romina si sofferma sorridendo davanti alla Provincia. Un augurio, un sorriso, una foto. Elettra Lamborghini, avvolta nel grande mantello leopardato e stretta dal personale della security scappa via, senza fermarsi. Neppure una foto, la vediamo allontanarsi, tornare nei camerini finché scompare alla nostra vista». Arriva Gigi D’Alessio, pronto ad entrare in macchina e lasciare la piazza. Ma ha una parola anche per noi. «Un augurio di buona vita, perché la Gazzetta del Mezzogiorno è un giornale serio».
Una festa esclusiva. Senza quel braccialetto blu, nessuno può varcare la soglia del pub. Non c’è pass che basti. Ma qui la Gazzetta c’è, pronta a raccogliere i videomessaggi dei big della canzone.
Lasciano il palco e soddisfatti entrano per rilassarsi, mangiare e bere qualcosa, mentre lo show continua sui grandi schermi della tivù. Ci sono passati tutti da Albano ad Arisa, da Leali a Fogli.
Ecco «The Kolors» Ci avviciniamo a Stash. Si sono appena esibiti. «Abbiamo un legame particolare con questa città. Il nostro primo fan club è di Potenza. Siamo originari di posti vicini alla Basilicata. Siamo stati nelle casette dei terremotati. È bello sentire il calore di queste persone». Per il futuro? «Tanti live. Il futuro della canzone è live».
La festa nel Pub. Tra i vip e le nuove proposte di Sanremo si scherza, si brinda, ci si diverte. Incontriamo Marco Sentieri, «Eugenio in Via Di Gioia» e scopriamo che Emanuele è di Muro Lucano, poi ancora, Tiberio Fazioli, in arte Fasma. «Punto solo sulla musica, su quello che ti fa vivere, non su Sanremo». C’è anche Romina junior, la figlia di Al Bano e Romina Power. «Sono una perenne frequentatrice del backstage, mi piace tantissimo, lo frequento da quando avevo 6 anni. È il più bel posto e la migliore prospettiva da cui guardare mia madre e mio padre. Mi emoziona sempre, come viaggiare con loro». Una meta? «Il Marocco, il caldo».
La mezzanotte si avvicina, siamo al countdown. Andiamo in piazza. L’entusiasmo è a mille. È entrato il 2020. Il brindisi, i colori, i balconi della Gazzetta che si affacciano sulla piazza in festa. Torniamo al pub e lungo la Prefettura incontriamo i nostri lucani che contano i minuti che li separano alla loro esibizione. Rosmy è già pronta per l’omaggio a Mango. Poi i Musicamanovella che conquistano il pubblico di casa, Accipiter, SestoMantra, Gianni Basilio, HoloOma (Rocco Velucci). È arrivato il loro momento. Si rientra al Pub».
«È finito lo spettacolo. Andiamo a dormire - commenta il Capo Struttura Rai, Angelo Mellone -. Uno spettacolo perfetto, anche in anticipo sulla scaletta. Più spazio ai gruppi lucani. Ho la certezza di aver costruito un’offerta musicale che ha unito alto e basso, ricerca e novità. Dopo 4 anni qui, mi sembra che il 2016 fosse ieri, la stessa scena di allora. Mi sembra di non essere invecchiato. Abbiamo accontentato gli italiani che si sono sintonizzati su Rai 1. Ha funzionato? Me ne sono accorto guardando i mia figlia, 14 anni, entusiasta per Benji & Fede e mio figlio, di 10 anni, arrampicato su una balaustra che cantava “Felicità” a squarciagola conquistato anche da Elettra Lamborghini».
Entra il regista. Lo spettacolo è davvero finito entra nel pub il regista Maurizio Pagnussat. «La piazza è un po’ piccola. Ma avevamo un cast eccezionale, un ritmo pazzesco. Lo spettacolo è stato molto impegnativo per la logistica. Poi si è aggiunta la neve, speriamo ci porti fortuna come tre anni fa. Il risultato è stato più che soddisfacente e i lucani rispondono sempre: “Presente”.
Cala il sipario. Gli artisti sono tutti andati via. Enzo, Mimmo e Cinzia possono fermarsi un attimo. «Fausto Leali si è fatto versare da bere e ha portato fuori il bicchiere agli uomini della Security al freddo tutto il giorno». «Vincenzo il mio secondo nome», ha detto con affetto a Enzo. Uscendo Riccardo Fogli ha ringraziato: «Grazie a questa famiglia, siamo stati benissimo. Questa è la mia casa». «Orietta si è messa a parlare con me di cucina, mi ha insegnato la ricetta della zuppa imperiale», ripete Cinzia che ha intrattenuto i suoi ospiti ballando e duettando con loro. Monica e Marisa sono ancora dietro il bancone del bar.
«Tanto lavoro, ma tanto divertimento. Gente solare e allegra come i ragazzi sul palco con Malgioglio: simpatici ed elettrizzanti. Davvero una bella scoperta». Come la Basilicata raccontata così al pubblico della rete Ammiraglia.