Parole, parole, parole

Ma la nostra lingua è accoglienza

Rosario Coluccia

L’italiano, la nostra lingua, è storicamente accogliente, aperta ai contatti di dare e avere con altre lingue, mantenendo nel tempo funzionalità e fascino intatti

S’intitola Un italiano accogliente un libro appena uscito (finito di stampare nel gennaio 2024) che raccoglie e mette su carta il risultato dei dialoghi che, in quattro diversi incontri, si sono svolti tra Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, e Cristiana De Santis, professoressa ordinaria all’Università di Bologna. Negli incontri, tenuti nella prima metà dell’anno 2023 nella sua casa romana, Sabatini risponde alle domande dell’intervistatrice e suggerisce di volta in volta nuovi temi, ricostruendo la trama dell’intera sua vita, privata e scientifica, dalla prima infanzia fino ai nostri giorni. Una biografia affascinante, intessuta di affetti, di amicizie, di amore per la terra natale (Pescocostanzo, in Abruzzo) e per l’Italia, di dedizione alla ricerca, di impegno civile.

Il titolo del libro allude a due concetti diversi. L’italiano, la nostra lingua, è storicamente accogliente, aperta ai contatti di dare e avere con altre lingue, mantenendo nel tempo funzionalità e fascino intatti. È accogliente Francesco Sabatini, che durante la propria esistenza ha dispensato il suo sapere, istruendo generazioni di studenti nelle università in cui ha insegnato (Lecce, Genova, Napoli, Roma), formando allievi, scrivendo lavori specialistici che hanno innovato il panorama della ricerca, coinvolgendo nell’amore per la nostra lingua lettori e spettatori attratti dalla limpidezza della sua scrittura e dai tratti sorridenti con cui dagli schermi televisivi di Rai1, nella domenicale trasmissione di Mattina in famiglia, per anni ha risposto ai quesiti linguistici che gli venivano rivolti, chiarito dubbi, suggerito soluzioni.

Vita affascinante quella di Sabatini. Nasce nel 1931, da Bianca d’Eramo, proveniente da una famiglia di garibaldini e repubblicani, e da Gaetano, «medico e storico tra la gente del Sud, nato in Abruzzo, educatosi a Napoli». Così recita la dedica di Napoli angioina. Cultura e società, fondamentale volume pubblicato da Francesco nel 1975, che di fatto inaugura la stagione degli studi scientifici sulla storia linguistica del Mezzogiorno d’Italia. Napoli e le sue diramazioni, comprese le periferie pugliese, lucana e calabrese.

Gli anni della guerra furono drammatici. La famiglia Sabatini fu costretta a sfollare fortunosamente a Sulmona, rifugiandosi nella casa dei nonni materni e poi di amici generosi. Singolare la sorte toccata alla biblioteca di famiglia, ricca di codici, pergamene, documenti, libri, trafugata dai tedeschi in Germania per arricchire la biblioteca di qualche gerarca nazista, inabissata chissà dove per decenni, poi riemersa grazie al coraggio civico di impiegati della biblioteca universitaria di Mainz, restituita (in parte) ai legittimi proprietari, oggi di nuovo nella casa di famiglia. Vicenda affascinante di una biblioteca perduta (e in questo caso ritrovata), come altre private e pubbliche, di cui qualcuno dovrà decidersi a scrivere la storia, un giorno.

Il giovane Sabatini studia all’università di Roma, vi si laurea, muove i primi passi della carriera universitaria con studi che riguardano soprattutto le fasi più antiche della nostra lingua; subito dopo, al primo filone d’indagine si affianca un secondo, rivolto a studiare la lingua e la cultura dell’Italia mediana e meridionale, con una fittissima serie di studi poi culminati nel volume su Napoli angioina appena ricordato. I saggi sui più antichi testi italiani e sulla storia linguistica dell’Italia centro-meridionale, con aggiornamenti, saranno poi raccolti in due volumi che nel 1996 un gruppo di allievi volle ripubblicare, in coincidenza con il 65° compleanno di Sabatini. Allo scopo fu scelto Argo, un editore leccese, forse perché a Lecce, molti anni prima, il dedicatario aveva cominciato la sua carriera di docente universitario (prima come libero docente, poco dopo come precoce professore ordinario).

Alla prima silloge seguono altre due (Napoli, Liguori, 2011; Firenze, Accademia della Crusca, 2023), allestite con le medesima finalità. La silloge del 1996 riproponeva articoli di linguistica italiana medievale e meridionale. Quella del 2011 è dedicata ai secoli successivi, in cui la lingua a base fiorentina passo dopo passo è divenuta lingua nazionale, fatto di portata epocale, che ha consentito alla grande maggioranza della popolazione di possedere uno strumento adeguato per leggere, scrivere e comunicare, per prendere coscienza dei propri diritti ed essere in grado di farli valere. La raccolta del 2023 aggiunge una sezione del tutto nuova, dedicata ad articoli e interventi (anche su periodici e pubblicazioni di larga diffusione) sulla cultura e sulla lingua dell’Abruzzo e della natia Pescocostanzo. Segno di un’attenzione che vede nella lingua un potente elemento identitario.

La bibliografia degli scritti di Sabatini, dispiegata per oltre 70 anni, a partire dal 1952, è straripante, più di 1.000 titoli. Eccezionale è la lista dei riconoscimenti e degli incarichi: presidente dell’Accademia della Crusca e delle più importanti società e associazioni di linguistica, premiato dalla Presidenza della Repubblica, insignito della laurea honoris causa di varie università e della cittadinanza onoraria di varie città. Una vita per l’italiano, verrebbe di dire, nella consapevolezza del legame inscindibile tra lingua e vita. Ecco le sue parole illuminanti. «La lingua è parte della vita, quasi condizione, direi. Senza tradurre in suoni, in parole, in simboli linguistici ciò che proviamo e pensiamo non saremmo quello che siamo. Sotto ogni punto di vista, culturale, professionale, personale. Questo è quello che mi sento di dire, in conclusione».

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