Calenda: surreale ricorso istituzioni locali

ROMA - Il sindaco di Taranto Riccardo Melucci annuncia di voler impugnare il Dpcm che autorizza il nuovo Piano Ambientale per Ilva presentato dall’acquirente AmInvestCo. E il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda bolla, via tweet, la decisione come «surreale» perché rischia di bloccare «tre miliardi di investimenti industriali, ambientali e bonifiche, 400 milioni per parchi minerari. Il problema - dice il Ministro - è che ci sono 14.000 persone da tutelare e un pezzo significativo della competitività del Paese». Lunedì il ministro vedrà al Mise il sindaco di Taranto che insieme alla Regione Puglia vogliono partecipare al tavolo di trattativa con Am InvestCo. Richiesta respinta da Calenda, convinto che sindacati e azienda se la devono vedere fra di loro: c'è già molto sul piatto per rendere la trattativa sul nuovo piano industriale, complessa e difficile, «dura» secondo i sindacati.

«Rispedire tutto al Tar rischia di allontanare ancora il percorso di ambientalizzazione, troppo annunciato e poco praticato» dicono il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli e il segretario Fim Cisl di Taranto Valerio D’Alo, ma si dicono favorevoli alla «richiesta di coinvolgimento delle istituzioni locali nel percorso di elaborazione dei decreti».

Mentre per il segretario della Fiom Francesca Re David «La tutela dell’ambiente e della salute non può in nessun caso essere considerata un costo, rappresenta anzi una risorsa. Un’efficace ambientalizzazione può produrre innovazione nella produzione industriale e al contempo abbattere il danno sanitario per i cittadini e i costi per la salute». Sullo sfondo di una trattativa difficile, si sta profilando il rischio che si ritorni a una guerra fra i lavoratori dell’Ilva e i cittadini di Taranto, mettendo ancora una volta diritto al lavoro contro il diritto alla salute. Rischio che va scongiurato.

Quando il vento di Nord-Ovest si alza su Taranto, l’odio verso l'Ilva monta velocemente. Dalle ciminiere, dai parchi minerali, le polveri nere cadono sui tetti, i balconi, si infilano in casa, impestano l’aria. Nei giorni scorsi il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha ordinato di chiudere le scuole al quartiere Tamburi.

«Caricate e diffondete questa foto per protestare contro coloro che a Taranto avvelenano la città ricoprendola di micidiali polveri sottili», tuona il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano invitando il popolo dei social network a diffondere in rete la foto inquietante di un bambino con la maschera antigas che gioca sulla sabbia mentre alle sue spalle fumano tre ciminiere che sembrano quelle dell’Ilva di Taranto.

Intanto tirano un sospiro di sollievo i 65 lavoratori milanesi di Almaviva Contact, l’azienda ha assicurato al Ministro Carlo Calenda che ritirerà i trasferimenti dei 65 lavoratori da Milano a Rende (Cosenza). «Ci siamo visti anche con l’Eni che si è detta disponibile a dare lavoro al call center di Almaviva e dunque la situazione dovrebbe essere risolta», ha detto Calenda, al termine dell’incontro tenutosi oggi al Ministero da lui guidato, durante il quale, spiega Almaviva, il gruppo «ha confermato di aver accolto l’invito del Governo a ritirare il trasferimento dei lavoratori».

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