I sindaci scrivono a Mattarella
di ELENA ARMENISE
MELENDUGNO (LECCE) - Ancora sospesi i lavori nel cantiere del gasdotto Tap, in Salento. Quaranta sindaci salentini sottoscrivono un appello da inviare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per chiedere la sospensione delle attività e un incontro urgente «propedeutico all’avvio di un’attività di ricerca di soluzioni alternative».
Tap chiede, invece, al governatore Emiliano e al primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, di condannare ogni atto di violenza per il riavvio pacifico dei lavori. Tutto fermo nelle campagne del comune salentino, dove la Trans Adriatic Pipeline (Tap) ha avviato, nei giorni scorsi, attività di espianto di 211 ulivi per fare spazio al cantiere per la successiva realizzazione del microtunnel (che approderà sulla costa di S. Foca per trasportare il gas dell’Azerbaijan in Italia).
Resta il presidio No Tap, ma l’aria è tranquilla. Niente forze dell’ordine, niente operai. Lo stop temporaneo è partito mercoledì scorso, dopo i disordini registrati davanti al cantiere. Un fermo necessario per garantire l’avvicendamento delle forze dell’ordine, presenti in gran numero nelle giornate di lunedì e martedì. Una quarantina di sindaci hanno intanto sottoscritto un documento da inviare al Capo dello Stato, al presidente del Consiglio dei Ministri e al presidente della Regione.
«Il progetto del gasdotto determinerà una violenta e irreversibile ferita a questo territorio, unico per le sue bellezze e per le sue caratteristiche paesaggistiche - scrivono - che si fregia di importantissimi riconoscimenti, Bandiera Blu d’Europa e 5 vele di Legambiente, e di una presenza turistica in costante aumento. L’approdo - aggiungono - è a pochi chilometri da uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo, Roca Vecchia, e dalla Riserva naturale dello Stato Le Cesine».
I sindaci ribadiscono le ragioni del “no” delle comunità locali e chiedono la sospensione immediata delle attività, a garanzia dell’incolumità di cittadini «che legittimamente manifestano il proprio dissenso» e degli stessi operai. Si chiede anche un incontro per ricercare «soluzioni più avanzate». Il documento sarà sottoscritto anche da parlamentari e consiglieri regionali.
Anche Tap ha lanciato ieri un appello. Al sindaco di Melendugno, Marco Potì, e al governatore Emiliano chiede di condannare pubblicamente ogni atto di violenza o ritardo delle attività che possa mettere a rischio i collaboratori dell’azienda. «Solo l’intervento delle forze dell’ordine - dice - ha garantito un ambiente di lavoro sicuro».
«La Via ha selezionato quale approdo del gasdotto l’area con minor impatto ambientale - aggiunge poi l’azienda in risposta alle dichiarazioni di Emiliano - i ricorsi della Regione sono stati rigettati dal Consiglio di Stato, togliendo ogni dubbio sul fatto che Tap ha il democratico diritto di portare avanti il lavoro».
Sulla questione interviene l’eurodeputato Piernicola Pedicini (M5S). «Il nostro no scaturisce da tante motivazioni - dichiara - una visione diversa dalle scelte energetiche fatte dai governi italiani negli ultimi decenni. Le decisioni di un territorio vanno prese dai cittadini, non imposte con le manganellate. Si tratta di salvaguardare una delle aree più belle e incontaminate d’Italia».
A Melpignano, ieri, imbrattati manifesti No Tap. «Vergognoso atto di vigliaccheria - denuncia Pierpaolo Signore, portavoce provinciale Fratelli d’Italia An - Probabilmente un tentativo disperato di chi vuol scatenare lotte interne a un fronte compattissimo, costruito da una fetta di popolo salentino di tutti i colori politici». Proseguono le iniziative NoTap. Presidio popolare oggi alle 18.30 a Melendugno. Domani a Lecce (19.30, piazza Sant’Oronzo). A S. Foca, domani alle 14, manifestazione del M5S.