Errico difende i suoi uomini: è gente competente

BRINDISI - A pochi mesi dalla fine del mandato dell’Amministrazione provinciale, guidata da un esecutivo di centrosinistra, non si attenuano le polemiche sulle spese che l’ente ha sostenuto negli oltre quattro anni e mezzo di attività amministrativa e che, salvo terremoti degli ultimi mesi, dovrà continuare a sostenere anche in questo scorcio di fine mand ato. Naturalmente tanto si è detto e si continua a dire - anche sulla scia di quanto accade su scala nazionale - circa la necessità o quanto meno l’opportunità di rivedere i costi della politica ai suoi diversi livelli, anche alla luce di una crisi (globalizzata pure quella) sempre più evidente. E se gli importi degli stipendi dello staff del presidente Michele Errico fecero scalpore già all’indomani del suo insediamento - sulla base di quelle che allora furono per lo più indiscrezioni fornite dai soliti immancabili bene informati - certamente non smettono di far discutere oggi, a quasi cinque anni di distanza, in tempi di crisi (che allora sembravano lontanissimi) e, soprattutto, sulla base di dati e documenti assai meno aleatori delle indiscrezioni a suo tempo trapelate dal palazzo. Da parte sua il presidente Errico - nonostante quello degli stipendi del suo staff sia divenuto ormai il tormentone della sua esperienza alla guida dell’Amministrazione provinciale - non fa una piega e difende i suoi uomini come ha sempre fatto, pur sapendo che questa diatriba è sempre stata facilmente strumentalizzabile, sul piano politico, da parte degli avversari di chi oggi amministra la Provincia. 

Del resto, proprio per non incorrere in strumentalizzazioni di sorta, i dati riportati in questa circostanza da La Gazzetta sono stati attinti a documenti ufficiali, che sono pubblici anche se di fatto tutt’altro che accessibili. Presidente, come valuta il ruolo e gli stipendi dei suoi più stretti collaboratori? «Mi preme evidenziare - spiega Michele Errico parlando a La Gazzetta - che dei quattro componenti lo staff della mia presidenza, due (Acierno e Antelmi-ndr) occupano ruoli dirigenziali previsti dalla pianta organica dell’ente. Quindi, se non ci fossero stati loro in quei posti, l’Amministrazione avrebbe comunque dovuto provvedere ad individuare altre persone da destinare lì. Il dott. Acierno, da qualche mese dimessosi a malincuore per andare a ricoprire il ruolo di presidente del Distretto aerospaziale, è stato il capo di Gabinetto della presidenza ed è proprio grazie al suo impegno se abbiamo raggiunto obiettivi importanti, come ad esempio la stessa creazione del Distretto aerospaziale. Così come gli altri componenti dello staff, tutti sono stati fondamentali nei loro settori». 

Ma presidente, a sentirla parlare sembra di essere dinanzi a un gioco di ruoli, con pedine spostate da un punto all’altro in funzione degli obiettivi: «Intendiamoci - precisa risoluto Errico - non stiamo parlando solo di incarichi o di poltrone su cui uno si siede per passare il tempo: si tratta di posti di responsabilità che, almeno per quanto riguarda l’esperienza dell’amministrazione da me guidata, hanno richiesto e richiedono ancora grande competenza e intenso lavoro, ben al di là delle canoniche 8 ore». Per quanto riguarda invece Fanuzzi e Zito, come giudica il loro lavoro? «Loro non hanno rivestito incarichi dirigenziali, ma sono stati dei consulenti formidabili: voglio ricordare - specifica Errico - che non soltanto già lavoravano prima di arrivare in Provincia, ma guadagnavano anche bene. Il dott. Zito, prima di diventare funzionario di banca, è stato premiato dal presidente della Repubblica come miglior studente d’Italia. E quando è entrato nel mio staff ha cominciato da subito a svolgere un lavoro pregevole sul fronte ambientale: grazie a lui, per esempio, abbiamo vinto il ricorso alla Commissione di giustizia europea contro l’insediamento del rigassificatore a Brindisi. Col dott. Fanuzzi invece abbiamo creato, tra le altre cose, la società a totale capitale pubblico “Santa Teresa”, con cui abbiamo stabilizzato molti lavoratori socialmente utili. Ed oggi la Santa Teresa è una delle poche società pubbliche in attivo sul territorio ». 

Insomma presidente rifarebbe proprio tutto? «Diciamo che senza queste persone non so come avrei potuto fare a raggiungere certi obiettivi e per questo rifarei tutte le scelte che ho fatto sulle persone. Anche perché - evidenzia - posso dare la mia parola d’onore sul fatto che al momento di scegliere questi collaboratori non ho avuto alcuna imposizione da nessuno». Neanche dai partiti? «La loro presenza nel mio staff non è stata frutto di alcun compromesso ma esclusivamente di una mia scelta. E mi è andata bene vista la portata degli obiettivi raggiunti anche grazie a loro, come ad esempio l’operatività dell’Università a Brindisi». E cosa risponde a chi sostiene che si è speso troppo per pagare gli stipendi di queste 4 persone? «Non abbiamo speso una lira in più di quello che si sarebbe comunque dovuto spendere, tenendo conto che io ho rinunciato fin dall’inizio ai miei compensi (cosa che ad onor di cronaca Errico fece anche da sindaco- ndr) e la Provincia, sotto la mia presidenza, non ha avuto un segretario generale. Perciò i soldi che abbiamo risparmiato con la mia rinuncia alle spettanze e non dovendo pagare un segretario generale, li abbiamo spesi per pagare quattro persone dello staff molto valide. Questo è tutto».

Il saldo, quindi, sarebbe in pari? Certamente, e diventa positivo osservando i risultati raggiunti. Ma devo dire che sono stato fortunato nel disporre anche di assessori competenti per i loro settori, e nell’incontrare un’opposizione responsabile e costruttiva: non è un caso che il 70% delle delibere da noi approvate abbiano avuto anche i voti dell’opposizione di centrodestra».
Antonio Negro
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