Gdf: 11 arresti nella mala bitontina
BARI - I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura del capoluogo pugliese, stanno procedendo all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone e a un sequestro preventivo, preordinato alla confisca per «sproporzione», di beni mobili, immobili, aziende e somme di denaro per un valore complessivo di oltre 750 mila euro. L’operazione in corso dalle prime luci dell’alba si chiama «Black sheep».
Le misure cautelari, disposte dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Dda, traggono origine dalle indagini nei confronti di un presunto sodalizio criminale composto, in prevalenza, da persone inserite nella criminalità organizzata bitontina.
SMANTELLATO TRAFFICO DALL'ALBANIA - Commercializzava ogni mese circa 20 chilogrammi di marijuana e cocaina e aveva un volume di affari di circa 40.000 euro, il gruppo criminale smantellato stamani dalla Guardia di Finanza di Bari.
Il sodalizio - secondo la Dda barese, che ha ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 persone e il sequestro di beni per 750mila euro - aveva la propria base operativa a Bitonto e contatti con un gruppo salentino che si riforniva di droga dall’Albania. Dato questo che emerge chiaramente - secondo l’accusa - dalle intercettazioni telefoniche. «Tu devi andare a caricare? chiede un indagato. «Si - risponde il complice - ma non ce n'è molta, non è un problema mio, io sono andato proprio in Albania... Io oggi dovevo partire e non sono andato perché la nave non c'era... C'è brutto mare. Domani parto, sto partendo. Ma là hanno bruciato tutto, non c'è niente».
Le indagini sono partite dalla denuncia di un imprenditore edile, vittima di estorsione da parte di vari gruppi criminali operanti a Bari e a Bitonto. Gli arrestati (nove, altri due sono finora irreperibili) sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, furto aggravato, trasferimento fraudolento di valori con intestazione fittizia di beni, simulazione di reato e favoreggiamento personale. A capo del gruppo criminale c'erano, secondo l'accusa, i fratelli Vito e Salvatore Dicataldo, spesso in trasferta nel Salento per acquistare la droga. Tra gli arrestati è ritenuto rilevante il ruolo di Vincenzo Screti e della sua compagna, Rosalba Stellacci accusati di aver trasportato la droga dal Salento a Bitonto spostandosi con il proprio figlio undicenne per allontanare da sé ogni sospetto. In Salento sono stati arrestati Salvatore Solombrino e Cosimo Miggiano, considerati i principali fornitori della droga dei Dicataldo. Ma i clan bitontini potevano acquistare la droga anche attraverso Giuseppe Volpe, un 28enne di San Severo (Foggia).
Oltre agli arrestati vi sono sei indagati. Sono state compiute 17 perquisizioni, sequestrati un kg di marijuana, 4 imprese, 3 immobili, 7 auto, 6 moto e 13 conti correnti.