Il commissario Hill lascia l'Europarlamento

BRUXELLES - La Brexit fa cadere la prima testa a Bruxelles, nel giorno in cui, con il Vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi fondatori dell’Ue, si apre una settimana cruciale per i destini dell’Unione.

La prima vittima del trauma inflitto dai britannici alle istituzioni europee è Lord Jonathan Hill, considerato l’uomo di Cameron nella Ue, sino a ieri potente Commissario ai servizi finanziari. Spesso accusato di essere troppo vicino agli interessi della «City», questo rampollo della nobiltà londinese, con laurea in Storia al Trinity College di Oxford, e un passato di lobbista, ha abbandonato il suo incarico, anticipando la «sfiducia» che gli sarebbe arrivata martedì da un voto pressoché unanime del Parlamento europeo.

«Non posso continuare a svolgere il mio ruolo di commissario britannico - ha dichiarato annunciando il suo addio - come se non fosse accaduto nulla. Sono arrivato a Bruxelles da politico che aveva combattuto contro l’euro ed euroscettico sull’Europa. Me ne vado certo che, nonostante le frustrazioni che ci ha portato, essere membri dell’Unione europea era un bene per il nostro ruolo nel mondo e la nostra economia».

«Quel che è fatto è fatto - sottolinea ancora Hill - e adesso dobbiamo cercare di far funzionare al meglio il nostro rapporto con l’Europa». Proprio su come regolare questa relazione, è filtrato sulla stampa un piano a cura del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Di fatto, come rivela il giornale tedesco «Handelsblatt», si pensa di offrire al Regno Unito niente di più che un accordo di associazione alla Ue, simile a quello in vigore con la Turchia dal 1963, e resistere ad ulteriori spinte alla condivisione di sovranità in tema di politica economica.

Ma chiudere la partita britannica non è l’unico obbiettivo immediato dell’Ue, impegnata in una corsa contro il tempo per invertire la tendenza anti-europea e cercare di fermare l’effetto «domino».

Le prime proposte concrete sull’atteso cambio di passo arriveranno dal vertice del nuovo direttorio a tre, Italia, Francia e Germania, convocato domani a Berlino da Angela Merkel, con la partecipazione del Presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk. E poi dal summit del 28 e 29.

Intanto, sempre a Berlino, i ministri degli Esteri dei Paesi fondatori della Ue, ribadiscono che così come va, «l’Ue non funziona» e rilanciano l’idea di una Unione a «cerchi concentricì, spingendo per una maggiore unità d’intenti a partire dai Paesi della zona euro. «Non si torna indietro rispetto a quanto finora raggiunto - recita il comunicato finale - ma bisogna trovare modi migl
iori per confrontarsi con questi diversi livelli in modo da assicurare che la Ue sia all’altezza dei desideri dei cittadini».

E sarà il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis a riprendere il dossier degli affari finanziari dopo le dimissioni del commissario britannico Jonathan Hill. Lo ha annunciato il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, spiegando di avere accettato con «forte rammarico» le dimissioni di Hill.

E Dombrovskis commenta via twitter: «La priorità è quella di mantenere la stabilità finanziaria dei mercati». Per poi aggiungere: «Apprezzo vivamente il lavoro svolto da Hill e spero di sopravvivere ai compiti che mi sono stati affidati».

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