Curiosità
Mille pagine d'amore: nasce il dizionario italiano/barese
L'avventura di tre amici, con la dedica a uno di loro che non c'è più
Come si dice in barese «evadere»? Eh, mica è semplice. Se evadi dal carcere, l’allocuzione da usare è fescì dò càrcie ma se evadi le tasse, si dice rascka’ la fenànze (che creatività!). E anche il burocratese «evadere una pratica» ha il suo termine dialettale: sbregà le dogumènde , laddove lo «sbrigarsi» vale forse come augurio o come sogno. Sì, che meraviglia: il barese è fantasioso, superfantasioso e - come lo sono tutti i dialetti - è la realtà che si fa linguaggio.
Appunto, una lingua vera e propria che da pochissimo ha anche un nuovo poderoso vocabolario di quasi mille pagine, edito da Wip, scritto dai tre autori Giuseppe Gioia, Gaetano Mele e Francesco Signorile, con un titolo che è un programma ideologico: Per non dimenticare. Dizionario Barese/Italiano e Italiano/Barese. Un lavoro poderoso, frutto di una lunghissima ricerca, che nasce per evitare la Shoah della lingua dialettale più bella del mondo (diamoci un po’ di arie, ogni tanto), fatta di ironia, autenticità, francesismi, arcaismi e futurismi che attraggono ormai mezzo mondo.
Ma, proprio per evitare le storture e per portare avanti le battaglie di tanti nomi del passato e dell’attualità che si occupano del glorioso dialetto barese, è nata l’idea di creare un nuovo dizionario (ovviamente non è il primo e non sarà l’ultimo), capace di raccogliere tutte le voci, le parole, il gergo, la poesia e la musicalità del barese verace. Un atto d’amore degli autori per Bari, come sottolinea nella sua prefazione il presidente della Società di Storia Patria per la Puglia, il prof. Pasquale Corsi, il quale sottolinea l’importanza della duplice veste di repertorio linguistico sia italiano-barese che viceversa.
E veniamo agli autori, agli innamorati di Bari e della sua lingua, ai tre amici che come i tre uomini in barca del romanzo di Jerome hanno condiviso giornate, sconfitte e vittorie, lavorando per anni, studiando lemmi e raccogliendo materiale per creare questa grande opera. Purtroppo uno di loro, Giuseppe Gioia, è scomparso di recente: «Oggi che il sogno di tre amici si è realizzato ci verrebbe quasi da dire con grande rispetto: ”Tutto si è compiuto”. Purtroppo noi coautori con l’amico Giuseppe Gioia, affettuosamente Pino, e recentemente scomparso sentiamo con tristezza la sua assenza ma solo fisicamente in quanto l’opera realizzata lo vede ormai sempre presente e così noi lo sentiamo».
Gli autori ricordano un seminario di studi sul dialetto barese, la cui partecipazione (di poeti vernacolari, scrittori, estimatori del dialetto) fu larghissima. «Così - spiegano Mele e Signorile - venne fuori l’idea del nuovo dizionario in cui fonetica, grammatica e ricchezza lessicale si armonizzassero». Un impegno non certo da nulla. Scambi, incontri, anche qualche litigata. Con la pandemia, il materiale viaggiava via mail e su WhatsApp. Pazzi? Forse più innamorati: «Di un sogno d’amore che si è realizzato».