Arte dal mondo - Picasso... «no, chiamatemi Pricasso»

SYDNEY - Fra i circa 700 ritratti di personaggi più o meno celebri che competono quest'anno a Sydney per il prestigioso «Archibald Prize», si distingue per la tecnica utilizzata l'autoritratto di Tim Patch, che per applicare i colori sulla tela non usa i pennelli ma il suo pene. Il quadro di Patch, che ha adottato il nome d'arte di «Pricasso» (un gioco di parole che fonde «prick», pisello, e Picasso) lo ritrae nudo ma con in testa un cappello a cilindro, mentre tiene davanti a sè una tela bianca per nascondere il suo singolare «pennello».
Pricasso esibisce di solito il suo talento nei festival Sex Expo attorno al mondo, dove crea in 20 minuti i suoi capolavori su carta. Aveva scoperto il suo talento due anni fa in una festa di capodanno. Con l'opera presentata all'Archibald ha dovuto soffrire per la causa dell'arte.
«Dipingere per ore su tela non è molto piacevole per la pelle. È piuttosto stancante e anche doloroso...io uso antisettici. Per lo sfondo però ho usato il sedere, perché bisogna anche avere della pause», ha dichiarato l'artista al 'Sydney Morning Herald', che lo mostra al lavoro in un video nel suo sito web www.smh.com.au.
La Galleria d'arte del Nuovo Galles del Sud, che organizza il premio annuale, prevede l'arrivo di 700 ritratti entro la scadenza di venerdì pomeriggio, e la giuria avrà meno di una settimana per selezionare i finalisti, che saranno annunciati martedì prossimo.

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