le indagini
Furto al Louvre, fermati due sospettati. «Stavano fuggendo in Algeria e Mali»
Secondo informazioni di Le Parisien avrebbero fatto parte della banda di 4 persone che ha rubato 9 preziosi gioielli dalla galleria di Apollo
Un'operazione di polizia scattata ieri sera nell'ambito delle indagini per il furto di una settimana fa al Louvre ha portato al fermo di due persone. Secondo informazioni di Le Parisien avrebbero fatto parte della banda di 4 persone che ha rubato 9 preziosi gioielli dalla galleria di Apollo, utilizzando un montacarichi.
I due uomini fermati, stando alle informazioni diffuse dal quotidiano parigino, sono originari della Seine-Saint-Denis, la banlieue nord di Parigi.
Secondo informazioni del settimanale Paris Match, l'operazione di polizia nell'ambito dell'inchiesta sul furto del Louvre, è scattata ieri sera alle 22 quando uno dei due arrestati era già all'aeroporto e stava per prendere un aereo con l'Algeria. Il complice, arrestato più tardi, era diretto invece in Mali. Questa mattina, nei locali della brigata anticrimine, l'uomo arrestato all'aeroporto è stato sotto interrogatorio. Si cerca di determinare il suo ruolo nel colpo, se fosse uno dei quattro che hanno direttamente portato a termine il furto di gioielli per 88 milioni di euro.
Fra le varie piste seguite dagli inquirenti, anche quella di una possibile complicità di un membro della squadra di sicurezza del museo con la banda che ha effettuato il colpo. L'ipotesi è stata avanzata ieri sera dal quotidiano inglese The Telegraph, che ha citato "fonti vicine all'inchiesta".
Il fermo dei due arrestati potrà durare fino a 96 ore. L'inchiesta prosegue per identificare gli altri complici e l'organizzazione che ha messo in moto l'operazione per un colpo spettacolare che ha avuto risonanza mondiale.
Il lavoro della polizia scientifica ha svolto un ruolo determinante nell'identificazione dei sospetti ladri del Louvre, secondo una fonte degli inquirenti che ha parlato a Bfm Tv. Dopo il furto al museo, sono stati circa 150 i prelievi di dna compiuti sul luogo in cui hanno operato i malviventi e subito spediti in laboratorio per le analisi. I ladri avevano abbandonato, nella fuga, oggetti fra i quali un casco da moto, un gilet giallo, una fiamma ossidrica e una sega circolare. Alcuni di questi oggetti erano già stati cosparsi di benzina ma i ladri non avevano fatto a tempo ad appiccare il fuoco per distruggerli.