Missione in Terra Santa

Israele, bloccato a Tel Aviv don Nandino Capovilla, di Pax Christi

Marisa Ingrosso

Inizia nel peggiore dei modi la missione in Terra Santa guidata dal pugliese mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia.

Inizia nel peggiore dei modi la missione in Terra Santa guidata dal pugliese mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia. Le autorità di Tel Aviv hanno bloccato, fermato e trattenuto all’aeroporto di Tel Aviv per sette ore don Nandino Capovilla, esponente di Pax Christi, che dovrà passare la notte in un luogo da cui non potrà allontanarsi e sarà rimpatriato domani mattina con il primo volo disponibile.

Il presidente di Pax Christi, per ovvi motivi, non ha voluto commentare. A quanto sappiamo, lui e gli altri membri della missione stanno bene e hanno superato il vaglio di sicurezza degli israeliani. Però possiamo immaginare quale choc stiano vivendo nel vedersi privare d’improvviso del loro compagno sacerdote. Don Nandino, classe 1962, è un sacerdote veneziano, parroco a Mestre, e molto sensibile alla questione della tutela dei più deboli e del rispetto dei diritti umani.

La Gazzetta ha potuto verificare che nel documento di espulsione le autorità israeliane scrivono che questo prete italiano nonviolento sarebbe stato bloccato per «considerazioni di pubblica sicurezza o di pubblica incolumità o di ordine pubblico».

E’il bene supremo della pace il senso profondo della missione che sta guidando il biscegliese mons. Giovanni Ricchiuti, che è anche vescovo emerito di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. Anzi, lui l’ha definito «un “pellegrinaggio” di “giustizia e di pace”».

Le tappe di questa missione coraggiosa prevedono «una settimana tra Gerusalemme - Betlemme e qualche villaggio palestinese». Posto che le autorità di Tel Aviv lo consentano

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