A Montescaglioso
Frana, sedotti e dimenticati il sindaco scrive a Gentiloni
di PIERO MIOLLA
MONTESCAGLIOSO - «La nostra è una comunità sedotta e abbandonata: al danno di non aver ricevuto risposte dal Governo si aggiunge la beffa della Regione Basilicata che, ancora un volta, si dimentica di noi e ci mortifica». Parole dure, quelle pronunciate dal sindaco di Montescaglioso, Vincenzo Zito, sulla frana di contrada “Cinquebocche”. Due mesi fa, Zito aveva indirizzato Gentiloni, Pittella e Bubbico una nota sulle criticità in cui versa il territorio a seguito della frana. Adesso, secondo Zito è arrivata la beffa perché, «con delibera di Giunta 665-17 sono state approvate le modalità per la presentazione delle domande di contributo per i titolari di attività economiche e produttive danneggiate dagli eventi calamitosi del 2013. Che fine ha fatto la frana di Montescaglioso?».
Per Zito, infatti, «la variazione dell’oggetto non è una semplice dimenticanza. Non è campanilismo, solo la reale constatazione che la visione dell’organo di governo regionale non si basa su criteri oggettivi desumibili dai territori, ma da valutazioni soggettive rispetto al governo locale dei territori. Non si spiega diversamente, se i provvedimenti nazionali evidenziano con specifiche menzioni il nostro evento franoso, definito una delle frane più grandi d’Europa, e poi la Regione dimentica l’indicazione nell’oggetto dell’atto. Ricordo che un territorio di oltre 70ha si è mosso a valle coinvolgendo abitazioni, opifici, ed opere stradali oltre l’accesso più importante alla città. Nei momenti successivi all’evento le istituzioni sovracomunali hanno stanziato 4 milioni e 700mila euro per le opere emergenziali che, conclusesi, hanno lasciato circa 2 milioni e 600mila euro, del tutto insufficienti per la messa in sicurezza del versante franoso che, per estensione, coinvolgerebbe oltre 6mila residenti. I criteri stabiliti nella delibera non consentono alle attività economiche e produttive insistenti nell’area di frana e completamente inagibili di poter accedere al ristoro previsto, tenuto conto che, a differenza del precedente avviso sulle unità abitative, non è stata prevista la delocalizzazione. Un’autentica beffa se consideriamo che le attività produttive presenti nell’area di frana, hanno perso tutto: fabbricati ed attrezzature ivi allocate. Come faranno questi imprenditori a rimettere in piedi l’attività, senza il legittimo ristoro? Perché coloro ai quali spetta la priorità si trovano fuori?».