Il caso
Referendum Matera in Puglia, il promotore: «Una provocazione». Il presidente di Regione Bardi: «Autolesionismo»
Il commento di Vito Bardi: «Un tentativo di lucro che può produrre uno scollamento tra la città dei Sassi e il resto dell'hinterland»
«La nostra proposta di referendum nasce come forte provocazione politica contro lo strapotere di Potenza, per la miopia di interessi elettorali visto che la provincia di Potenza ha il doppio della popolazione. Andremo fino in fondo e faremo ricorso se avremo parere sfavorevole. Il rilancio dell'intera regione deve partire dalla città di Matera». Così all'Adnkronos l'ex parlamentare e senatore Corrado Danzi, uno dei promotori del referendum consultivo locale per far entrare Matera nella Regione Puglia, in base all'articolo 132 della Costituzione. «Per la proposta depositata - aggiunge - abbiamo utilizzato lo stesso modello di Sappada che è passato dal Veneto al Friuli Venezia Giulia. Entro quindici giorni il consiglio comunale deve rispondere. L'assise deve esaminare la correttezza formale e poi altri parametri. Poi può dare parere favorevole e avviare l'iter di referendum, in tal caso entro i 60 giorni successivi dobbiamo raccogliere circa 5mila firme, pari al dieci per cento degli aventi diritto al voto. Se invece il parere sarà sfavorevole, faremo ricorso».
«L'accentuazione di particolarismi è un tratto comune in questa fase storica, dimenticando che in passato tale comportamento ha sempre assunto un ruolo disgregatore. Il tentativo di lucrare qualche consenso agitando antagonismi e contrapposizioni che appartengono più al mondo dello sport che alla vita sociale, economica e politica, rischia solo di tradursi in divisioni e autolesionismo». È quanto sottolinea il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, commentando la proposta di referendum sull'annessione di Matera alla Puglia. «Non sottovaluto il tema che, oltre ad attrarre i media - dice Bardi - ripropone la grande questione della coesione regionale e dello sviluppo di relazioni sempre più intense tra i vari centri del territorio. Ma - ribadisce il presidente - l’autoreferenzialità finisce per alimentare una tentazione isolazionistica. E con prospettive esotiche di poter contare di più in regioni demograficamente molto più grandi della Basilicata, proprio come la Puglia che - aggiunge Bardi - ha realtà urbane significative a cui sono attestate centri decisionali, amministrativi e burocratici».
Secondo il presidente, queste iniziative possono «produrre uno scollamento tra Matera e il resto del territorio, a partire dalla sua stessa provincia che avvertirebbe la tentazione della città dei Sassi di non farsi carico anche delle problematiche dell’hinterland».
Secondo il presidente, queste iniziative possono «produrre uno scollamento tra Matera e il resto del territorio, a partire dalla sua stessa provincia che avvertirebbe la tentazione della città dei Sassi di non farsi carico anche delle problematiche dell’hinterland. Tra l’altro, tutto ciò impatterebbe sull'immagine di Matera che a livello internazionale viene percepita come il simbolo di una Basilicata capace di interagire virtuosamente con il resto del Paese, l’Europa e il mondo. Il governo regionale - sottolinea Bardi - è consapevole del suo ruolo trainante per l'industria culturale (e non solo, considerando le altre componenti produttive) ed è impegnato, più in generale, a rilanciare specificità, vocazioni e protagonismi dei diversi territori. Questa è la strada per contrastare fenomeni di disgregazione e per valorizzare l’immagine propositiva e positiva della Basilicata. Sono convinto che la gran parte dei cittadini e dei partiti politici non sia per le divisioni, ma guardi con interesse - conclude il presidente - al protagonismo delle varie aree territoriali in una logica di concertazione, condivisione e modernità».
«Con Bari e la Puglia, immagino delle connessioni, piuttosto che annessioni; anzi interconnessioni, per facilitare la mobilità, i trasporti, la circolarità del sapere tra i nostri giovani, tra le nostre imprese, tra le nostre università, tra i nostri viaggiatori» ha commentato invece il sindaco di Matera, Domenico Bennardi (Movimento 5 stelle). «Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi bellissimi, che meritano di essere connessi e collegati tra loro - ha aggiunto il sindaco - questo lo si può fare condividendo progettualità. Patti di amicizia, come quello siglato tra Matera e Bari e tra Matera e Taranto, ne stiamo preparando un altro con il Comune di Ginosa; quindi, secondo me sarebbero utili non atti amministrativi teorici e protocollari, ma documenti strategici di visioni condivise. Sul piano amministrativo non è facile prevedere se Potenza possa essere migliore di Bari, se l'attenzione che oggi viene considerata non sufficiente possa migliorare se si passa in una Regione già complessa e grande».
«Come si fa a rinunciare al bellissimo versante lucano col Parco nazionale del Pollino e col Parco nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese? Come si fa a rinunciare all'altrettanto meraviglioso Parco regionale di Gallipoli Cognato delle Piccole Dolomiti lucane? Inoltre - si domanda ancora Bennardi - che fine farebbe l'Università della Basilicata a Matera? Perderemmo la storica Scuola di specializzazione in beni archeologici, il corso di Scienze del turismo e quello di architettura, per ricominciare tutto da capo con una delle Università pugliesi?»