Il focus

Matera, «Serra Rifusa», la casa della pet therapy dove il cane è più di un amico

carmela cosentino

Salute mentale e dipendenze: il sostegno di un animale. La psicologa: «Il rapporto con un “quattrozampe” influisce positivamente sul comportamento delle persone»

MATERA - Sono le 15.30 di una calda giornata d’estate. Lily una cocker di dieci anni, orecchie lunghe e folto pelo marrone, è seduta in un angolo della stanza, in attesa di conoscere i giovani del Centro Integrato Polivalente «Serra Rifusa», del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’Asm di Matera. La porta si apre, i suoi occhi color nocciola si spalancano e la sua coda inizia a muoversi velocemente, per dare il benvenuto ai suoi nuovi amici. Un gruppo di dieci giovani, di età compresa tra i 18 e i 55 anni, lucani, molti dei quali non hanno mai avuto un contatto diretto con un cane. Lily si aggira tra le sedie. I suoi passi sono calmi e misurati, avvicina il muso solo a chi la chiama e le porge la mano. Ma il suo intento è quello di farsi accarezzare e giocare, in uno scambio di effusioni che ha un tempo limitato: 50 minuti. Pochi per creare un legame, ma sufficiente per provare a far superare paure e resistenze.

Sotto la guida di Dafne, psicologa e psicoterapeuta, i giovani vengono accompagnati in questo percorso di contatto e avvicinamento al cane. Vengono date spiegazioni sulle abitudini della loro amica a quattro zampe, per incuriosirli e spingerli ad esprimersi, per poi portarli, gradualmente, ad accarezzare la cagnolina. Per molti di loro è una vittoria. Un passo importante in un percorso di cura che si nutre di contatti e relazioni con l’esterno, fondamentali per uscire dall’isolamento e superare la depressione. E così, messe da parte paure e reticenze, la strada è tutta in discesa e per Lily è il momento della pausa. Solo pochi minuti, necessari per ricaricare le energie e affrontare il secondo gruppo. Per la cocker di 10 anni la «Pet therapy» non è un gioco, ma un lavoro. Dal 2015 con Dafne Loliva psicologa e psicoterapeuta pugliese collabora in progetti rivolti ai ragazzi con bisogni educativi speciali o a pazienti affetti da disturbi psichici.

E oggi, con l’ Ordine dei Medici Veterinari di Matera, fautore del progetto «Connessioni»- Interventi Assistiti con Animali per ridurre disagi emotivi e sociali, vincitore di un bando nazionale, e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’Asm. «Il rapporto con un animale influisce positivamente sul comportamento delle persone - dice la psicologa -. I cani usati nella terapia spingono i pazienti a verbalizzare i propri vissuti in uno spazio libero, non soggetto all’ambiguità delle relazioni umane, e questo facilita anche l’espressione di contenuti. Il cane dà l’impressione di accogliere senza nessun giudizio, e questo permette di stabilire un contatto e di spostare l’attenzione da se stessi ai bisogni dell’altro». Sul piano emotivo la “Pet therapy” dunque «favorisce l'apertura a nuove esperienze e a nuovi modi di comunicazione- spiega la presidente dell’Ordine dei medici veterinari Filomena Montemurro -. Naturalmente il percorso deve essere inserito in un più ampio progetto riabilitativo che comprenda educazione e terapia, perché solo così può creare benefici pisco- fisici e potenziare meccanismi d’azione affettivi ed emozionali come l’empatia, mentre l’elemento ludico è in grado di apportare benefici psicosomatici».

Il progetto, partito a maggio e sostenuto dalla Federazione nazionale dell’Ordine dei medici veterinari perché, sottolinea il consigliere della Federazione nazionale Benedetto Neola «ha saputo cogliere una necessità del territorio trasformandola in un percorso articolato», terminerà a dicembre. In tutto trentasei incontri, molti dei quali realizzati con il coinvolgimento delle famiglie dei pazienti, che saranno raccontati in una pubblicazione, una sorta di compendio su tutte le attività svolte, e in un video realizzato dal fotoreporter Gaetano Plasmati. I lavori verranno presentati nell’aprile del 2024.

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