Nel Materano

Bernalda, via gli abusivi dagli alloggi dell’Ater

Antonio Corrado

Quattro sgomberi dopo la decisione assunta da Tataranno

BERNALDA - Via gli abusivi, dentro i legittimi assegnatari. È una battaglia per i diritti e la legalità, quella intrapresa dal sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, che dopo 40 anni si è determinato ad assumere uno dei provvedimenti più politicamente impopolari per un primo cittadino: liberare gli alloggi dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) occupati illegittimamente. Un’operazione iniziata nell’aprile 2022, che ha portato finora a 4 sgomberi, quindi a consegnare altrettanti alloggi agli assegnatari, privando però altri cittadini di un tetto, seppure acquisito con l’inganno e nell’illegalità. Una procedura complessa dal punto di vista umano e burocratico.

Nella maggior parte dei casi, gli abusivi sono famiglie bernaldesi che alla morte del precedente assegnatario, forzano la porta dell’alloggio liberato e sostituiscono le serrature occupandolo. Un atto di forza, che viene immediatamente registrato dalla Polizia municipale, facendo scattare l’accertamento da parte dell’ente gestore Ater, il quale indica al Comune il nome del nuovo legittimo assegnatario in graduatoria, innescando il lungo iter verso l’uscita spontanea, o lo sgombero coatto. Quindi l’abusivo resta nell’alloggio, seppure identificato, spesso pagando un indennizzo oppure a volte nulla. Una situazione paradossale, che finora le Amministrazioni comunali hanno ignorato, risolvendo tutto con le sanatorie puntualmente subentrate.

«Le sanatorie del passato -commenta il sindaco sentito dalla Gazzetta- hanno solo alimentato occupazioni abusive. Oggi il principio che si vuole affermare è solo quello della legalità, ovvero che chi è in graduatoria e risulta assegnatario deve poter prendere possesso dell’alloggio, se necessario anche con lo sgombero dell’abusivo che c’è dentro, sia egli italiano, straniero, bianco o di colore. Non è un provvedimento razzista o discriminatorio - chiarisce Tataranno - né tanto meno orientato dalla volontà di danneggiare le famiglie, che spesso si fanno scudo con i figli minori; questo non è giusto ed eticamente tollerabile. Ci sono i bandi, si redigono delle graduatorie -prosegue il sindaco- è giusto che i cittadini si informino per accedere legalmente a un alloggio popolare. Per quanto sia doloroso sfrattare dei cittadini, abusivi ma pur sempre bisognosi, il messaggio deve essere chiaro. È finito il tempo del “mettiti dentro poi tanto esce la sanatoria”, le case vengono assegnate in base ad una graduatoria oggettiva, certificata da una commissione presieduta da un giudice. -conclude Tataranno- Il rispetto delle regole è l’unica via per far sì che la libertà di ognuno di noi, non invada e condizioni quella dell’altro.

Ringrazio il consigliere Rocco Petrozza per l’impegno davvero encomiabile, profuso in questa difficile vicenda». Un provvedimento senza precedenti nella provincia di Matera, dove gli sgomberi degli ultimi anni sono stati determinati solo da ragioni di intervenuta inagibilità degli alloggi. Sullo sfondo resta la grande fame di case di edilizia residenziale convenzionata, perché le situazioni di povertà abitativa sono sempre più pressanti anche in Basilicata, con l’aumento incontrollato del costo della vita e della disoccupazione. Poi c’è la questione del diritto negato a chi, rispettando regole e procedure, grazie a una certificata situazione di indigenza, ha conquistato un posto nella graduatoria degli aventi diritto e non può essere sorpassato dall’arroganza e dal sopruso, seppure giustificati dal legittimo bisogno.

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