L'intervista

Il materano De Ruggieri è don Cozzi nella fiction sulla morte di Elisa Claps

Carmela Cosentino

La serie in tre puntate sarà trasmessa su Rai 1

La misteriosa morte di Elisa Claps è rimasta a lungo un giallo. Ci vollero anni per connettere due delitti commessi da Danilo Restivo, quello di Elisa a Potenza nel settembre del 1993 e di Heather Barnett a Bournemouth, sulla costa meridionale dell’Inghilterra nel novembre del 2002. Alla fine il colpevole venne condannato.

Un ruolo chiave nella vicenda fu svolto da Gildo Claps, fratello maggiore di Elisa, che aveva 24 anni all’epoca della scomparsa della sorella. La storia di Elisa, la parabola esistenziale della famiglia Claps, la loro ininterrotta battaglia per assicurare l’assassino alla giustizia e far luce su una verità rimasta a lungo sepolta, è oggi il copione della serie Per Elisa diretta da Marco Pontecorvo e coprodotta da Fast Film e Cosmopolitan Pictures, in collaborazione con Rai Fiction.

Una serie che sarà trasmessa su Raiuno in tre serate e distribuita nel resto del mondo da Itv Studios, sceneggiata dagli scrittori Terry Cafolla, Valerio D’Annunzio e Andrea Valagussa. Tra i protagonisti il materano Carlo de Ruggieri, attore di cinema, fiction e teatro, chiamato a interpretare don Marcello Cozzi.

Come è stato interpretare questo ruolo ?

«È stato un lavoro particolare perché non mi era mai capitato di interpretare una persona esistente. Ho preferito incontrarlo prima delle riprese per capire come lavorare sul personaggio. Ho sentito dalla sua voce il racconto di quella vicenda, abbiamo parlato delle sue scelte di vita, delle sue esperienza con Libera e del suo rapporto con la famiglia Clasp».

E che idea si è fatto?

«Di un uomo che accetta le sfide che la vita gli pone davanti. E su questi aspetti ho costruito il mio personaggio, concentrandomi non solo sull’aspetto esteriore, fisico e vocale, ma soprattutto sullo spirito e sull’atteggiamento di don Marcello in questa vicenda. Lui che è stato sempre vicino alla famiglia Claps, cercando anche di stemperare i momenti di scoramento».

Si è sentito coinvolto dalla storia?

«Sì e devo aggiungere che durante alcune riprese la temperatura emotiva era molto alta. Ricordo in particolare alcune scene girate con la famiglia Claps. Lì mi sono davvero emozionato, mi è capitato poche volte di arrivare a livelli emozionali così alti».

Cosa ne pensa di questa produzione? E soprattutto, crede che sia ripercorsa fedelmente la vicenda di Elisa dato che la serie è tratta dal libro «Blood on the altar» del giornalista Tobias Jones?

«Sì. La sceneggiatura è scritta molto bene, c’è un bel cast, e il regista ha mostrato di avere la giusta sensibilità per raccontare una storia di questo tipo. Un’esperienza non nuova, visto che ha diretto la serie su Alfredino Rampi».

Chiuso il capitolo «Per Elisa», ha altri progetti?

«Tornerò presto a Matera per girare alcune scene della terza stagione di Imma Tataranni – Sostituto procuratore. E dal 26 al 30 aprile sarò a Roma con lo spettacolo teatrale Un giorno come un altro scritto da Giacomo Ciarrapico».

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