Il futuro

Matera, le aziende biologiche ora guardano all’estero

Carmela Cosentino

Il Mercato della Terra unica realtà lucana nelle Rete Slow Food. Prodotti bio, privi di pesticidi, additivi, conservanti e concimi chimici, con una domanda sempre più crescente, e un mercato in espansione.

MATERA - Dalla terra al consumatore. Prodotti bio, privi di pesticidi, additivi, conservanti e concimi chimici, con una domanda sempre più crescente, e un mercato in espansione. Tutela della biodiversità e delle specificità culturali sono diventati i capisaldi dei «Mercati della Terra». Rete internazionale che lavora in accordo con i principi di Slow food, dove i protagonisti sono i piccoli produttori e gli artigiani del cibo. Sui loro banchi prodotti locali, freschi e stagionali, venduti a prezzi equi, per chi compra e chi vende. Il «Mercato della Terra di Matera» è l’unica realtà in Basilicata inserita nelle quarantasette italiane e tra le ottantotto presenti in tutto il mondo. Sabato scorso erano quindici presenti nel mercato allestito nel piazzale della Chiesa Maria Santissima Addolorata di Serra Venerdì. Piccole aziende che puntano sulla qualità e soprattutto «sulla stagionalità, che è sinonimo di bontà. Anzi di buono, pulito e giusto come dice Carlo Petrini, creatore di Slow food » sottolinea il coordinatore dell’iniziativa Gianni Pagano. Che, nello stilare un primo bilancio si dice soddisfatto della buona partecipazione di consumatori «segno che i prodotti bio certificati hanno un bacino di utenza in crescita». Un risultato raggiunto anche grazie alle scelte di marketing. Con vasetti dalle forme ricercate ed etichette narranti, che ripercorrono la storia dell’azienda, creando un legame con il consumatore. Proprio come ha fatto Giuseppina Danzi. Sul suo banco i prodotti coltivati nell’agro di Tricarico su un terreno di oltre centoventi ettari in cui producono i ceci bianchi, inseriti nel progetto «Increase» della Fao (Food and agriculture organization) «perché risultati a livello internazionale tra quelli con il più alto contenuto di proteine. Rientriamo inoltre tra i Comuni del consorzio della lenticchia igp, e produciamo anche pasta con grano Sentore cappelli e l’olio igp. I nostri prodotti sono venduti su tutto il territorio nazionale, e per le richieste all’estero ci stiamo organizzando». La birra è invece al centro della produzione della cooperativa Matarè. Realtà materana nata per favorire l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, in particolare i migranti. Oggi due su tre, impiegati da oltre due anni nella produzione di birre artigianali, di cui si producono ventimila litri l’anno. «Una produzione in crescita- dice Tommaso Padula- che tocca non solo il mercato locale ma anche quello nazionale, in particolare Torino e Milano». Ortofrutta, vino e olio evo, sono i prodotti di punta dell’azienda di Domenico Petrozza che, dopo la laurea in agraria conseguita all’Università di Parma, ha deciso di investire sui terreni ereditati dal nonno, aprendo un’azienda con altri tre soci, tutti al di sotto dei trentacinque anni. Da undici anni questa realtà che si estende su dieci ettari nell’agro di Montescaglioso e su due nell’agro di Matera, produce frutta e ortaggi da cui ricavano marmellate, conserve e salse. «I nostri prodotti come i frutti rossi e le fragole sono richiesti in Francia e in Spagna mentre in Germania esportiamo soprattutto le salse di pomodoro. Dalla Puglia e dal nord Italia arriva la richiesta di marmellate, utilizzate anche come bomboniere. Non usiamo pesticidi, ma per le albicocche, lanci di larve di coccinelle. Una scelta etica che rispetta l’ ambiente». Prossimo mercato il 15 aprile, Serra Venerdì.

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