L'intervista
La comicità «2.0» di Gabriele Cirilli tra satira e gag in scena a Montescaglioso
L’attore comico e cabarettista tra i più amati offre risate e momenti di riflessioni, con la grande capacità comunicativa che lo contraddistingue
MONTESCAGLIOSO - Torna in scena nella sua «versione più recente e aggiornata». È un Gabriele Cirilli «2.0», infatti, quello riparte dal teatro, per essere più vicino al suo pubblico. L’attore comico e cabarettista tra i più amati, lo fa dopo la pandemia, offrendo in uno show momenti di riflessioni, con la grande capacità comunicativa che lo contraddistingue, insieme alla contagiosa destrezza di far ridere e divertire come lui sa fare. Notissimo volto della tv, ma anche del grande schermo, l’occasione per poterlo apprezzare dal vivo nello spettacolo intitolato Duepuntozero è il prossimo mercoledì 22 marzo. L’istrionico attore di origini abruzzesi sarà sul palco del Cine Teatro «Andrisani» di Montescaglioso, un piccolo tempio della cultura la cui direzione artistica propone una sempre attenta e preziosa programmazione d’arte scenica o cinematografica e musicale, così come eventi collaterali. Per il territorio lucano e della vicina provincia pugliese, è un vero punto di riferimento.
Ma cosa proporrà Cirilli nel suo spettacolo? Lo abbiamo chiesto proprio a lui, raggiungendolo al cellulare, in viaggio in auto, in giro per l’Italia per la sua tournée teatrale.
Ma come, lei non è un attore «2.0»? Potrebbe essere «connesso» col pubblico e non viaggiare, che ne pensa? Questi tempi moderni come li vive?
«Lo spettacolo punta sulle evidenze che ci sono tra quando non esistevano i social a ora che ci sono. Quando si faceva tutto “dal vivo” e ora si fa tutto sul web. Diciamo che vivere in modalità “2.0” presenta delle novità positive, ma ha aspetti negativi».
Ad esempio?
«Pensiamo agli anziani che devono cominciare ad avere a che fare col web: è difficilissimo per loro. Si pensi alle riunioni di condominio, che anche per la pandemia si è iniziato a fare da remoto. “Questa riunione la facciamo via Skype”, si sentono magari dire, e non sanno neppure cosa sia. Qualcuno risponde: “Non zi può fa’ nella via ‘ndove l’abbiamo sempre fatta?” (cambia voce, ndr.). Ecco, nello spettacolo ci sono riflessioni su dove stiamo andando».
In scena rappresenta tante situazioni e tanti personaggi. Ma Tatiana? C’è anche il «tormentone» che le diede tanta popolarità?
«Sono tutti personaggi della vita reale, quelli che ho fatto nel cabaret li racconto, ma non ci sono».
E noi che pensavamo che dopo Imma Tataranni con tacchi e zatteroni nei Sassi, ci potesse portare a “zompettarci” anche la coatta Kruska con l’amica Tatiana!
«Sono un luogo talmente bello, che può venirci chiunque e ben figurare. Del resto, io li conosco bene. Io e mia moglie veniamo spesso a Matera, ogni volta che abbiamo il desiderio di tornarci. Io sono un vero habitué della Basilicata, a me piacciono tanto i vostri posti. E poi, conosco anche molto bene Bernalda, non solo perché qui ha origini la famiglia di Francis Ford Coppola, un mito, ma in quanto ci abitano dei carissimi amici che incontro sempre molto volentieri».
Accennava a sua moglie (Maria De Luca, ndr). Lo spettacolo è scritto a più mani e ci sono anche le sue, vero?
«Certo, come pure quelle di mio figlio Mattia. Lui studia all’Università ma oltre a scrivere fa anche regia ed è in gamba. Mia moglie lo fa da sempre con me: è lei che ha inventato il personaggio di Tatiana, per dirne uno».
Ricordiamo che, tra gli altri autori, oltre lo stesso comico, ci sono pure Lucio Leone e Gianluca Giugliarelli, mentre la regia dello spettacolo è di Valter Lupo.
Lei è originario di Sulmona. A Montescaglioso, col suo show porterà qualche «confetto» artistico?
«Non ci passo più tanto da Sulmona. La prossima volta ve li porto. Anche se, lo spettacolo mio è tutto un confetto! Alla fine la gente gode perché fa divertire e riflettere, c’è satira di costume e sociale, gag su varie situazioni e battute: è un patchwork di comicità. Io mi rifaccio molto allo stile di Gigi Proietti, mi sono formato nella sua scuola, e per me è stato davvero un secondo padre».