esteri
Cisgiordania, volontario 27enne di Melendugno picchiato da coloni israeliani: ha fratture al volto e sul corpo
Il padre: «Gli aggressori si sono accaniti su di lui perché, unico uomo tra tre donne, era andato in loro difesa. È senza documenti, senza passaporto perché nell’assalto li hanno derubati di tutto»
«Il Governo italiano dovrebbe fare qualcosa in più di quello che ha fatto finora, assicurando supporto a questi ragazzi in un momento così delicato e garantendo loro il rientro in Italia in sicurezza». A parlare è Salvatore Taurino, il padre di Alessandro, 27 anni di Melendugno, uno dei quattro volontari aggrediti e picchiati domenica scorsa da un gruppo di coloni israeliani in Cisgiordania. Il giovane salentino (con lui c'erano altri due italiani e un canadese) si trova ora in osservazione in un ospedale a Ramallah dove, a quanto si apprende, i quattro volontari sono stati portati grazie all’aiuto di alcune associazioni palestinesi.
Alessandro Taurino era partito per la Cisgiordania aderendo alla missione internazionale 'Faz3à, iniziativa a guida palestinese per sostenere le comunità locali come forma di protezione civile dagli attacchi perpetrati sia dai coloni israeliani che dall’esercito. «Era andato in quei luoghi già prima dell’estate - racconta il padre - spinto dallo spirito umanitario che lo ha portato a rinunciare ad una laurea in Fisica, ai suoi progetti lavorativi. Diceva sempre che non se la sentiva di vivere come se nulla fosse, non pensando a quanto sta accadendo nel mondo».
L’appello di Taurino è stato ripreso dal Gruppo Consiliare "Insieme più di prima» del Comune di Melendugno che ha inoltrato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale la richiesta di attivare tutte le procedure diplomatiche e consolari necessarie per garantire il rientro del 27enne in Italia nel più breve tempo possibile.