il caso

Autovelox sulla tangenziale leccese, è scontro aperto fra Zacheo e l’opposizione

Gaetano Gorgoni

Il comandante spinge per i ricorsi sulle multe annullate. Avvocatura cauta

Anche per l’Avvocatura comunale impugnare gli annullamenti delle multe dell’autovelox installato sulla tangenziale est di Lecce, vista la «giurisprudenza granitica», è un rischio che potrebbe esporre a ulteriori spese il Comune. «Siamo di fronte a un fatto nuovo con le sentenze della Cassazione di questo mese - ha spiegato il presidente della Commissione controllo XI, il consigliere di opposizione Antonio Rotundo, durante la riunione di ieri mattina, a Palazzo Carafa - I giudici non solo annullano le multe ma chiedono al Comune di non accanirsi in inutili ricorsi sapendo qual è la linea giurisprudenziale». L’ente comunale in questione è quello di Ventimiglia, al quale è stato chiesto di ritirare i 30 ricorsi presentati, dopo che i giudici di ultimo grado hanno annullato le multe perché l’autovelox non è omologato.

«Io ho fatto presente al comandante che la giurisprudenza è granitica a riguardo. Dopo aver parlato con lui sono state emesse altre due sentenze che puntualizzano la differenza fra autorizzazione e omologazione dei rilevatori di velocità», ha detto in Commissione Elisabetta Ciulla, ascoltata in rappresentanza dell’avvocatura comunale. Rotundo si spinge fino al punto di considerare un’imprudenza l’aver installato un autovelox non omologato sulla tangenziale est sapendo qual era la situazione e poi avverte che è impensabile fare lo stesso sulla ovest: «Rivolgerò una domanda scritta all’avvocatura per capire se sia stata legittima l’installazione di un macchinario che non aveva i requisiti per entrare in funzione con la sola autorizzazione ministeriale».

Il comandante della polizia locale, Donato Zacheo, ha chiesto all’avvocatura comunale di impugnare nove sentenze del giudice di pace che annullano le multe effettuate attraverso l’autovelox della tangenziale est: per il primo grado è competente la polizia locale, ma per il secondo è necessario un avvocato.

«Ho parlato con il comandante, ritiene che il procedimento di omologazione sia analogo a quello di autorizzazione - ha chiarito la responsabile dell’avvocatura - L’obiettivo sarebbe quello di far prevalere questa realtà. Il tentativo è di far mutare l’indirizzo giurisprudenziale, che non è una cosa impossibile. La Cassazione, a brutto muso, però, ha “rimbalzato” i ricorsi del Comune di Ventimiglia rigettando i primi due e imponendo al Comune di rinunciare ai successivi».

L’avvocatura, però, sconsiglia di impugnare tutte le sentenze per non rischiare di incorrere nel «pericolo di lite temeraria», con aggravio di spese per il Comune.

«Ho consigliato al comandante l’appello di una sola sentenza, in modo da considerarlo come un “ricorso civetta” per potersi regolare successivamente», ha detto l’avvocata Ciulla. L’idea della polizia locale è quella di rivolgersi a uno studio specializzato in questa materia (che ha chiesto una parcella molto bassa, secondo l’avvocatura), quindi di investire denaro pubblico per cercare di spuntarla in appello.

Un «accanimento» che fa storcere il naso ai consiglieri di opposizione Marco e Antonio De Matteis e a Giovanni Occhineri, determinati a chiedere lo spegnimento dell’autovelox e l’annullamento delle multe. I giudici di pace alla fine fanno riferimento solo alla giurisprudenza corrente. «Sarà il dirigente Magnolo a decidere se impugnarle tutte le 9 sentenze oppure una sola», ha concluso Ciulla. «Le ragioni degli avvocati a cui vogliamo rivolgerci sostanzialmente non sono diverse da quelle portate davanti ai giudici della Cassazione in questi mesi. Se decideranno di rischiare con i soldi pubblici, i dirigenti dovranno prendersi le loro responsabilità - ha puntualizzatolo Rotundo - La Cassazione ha motivato le ragioni del rigetto, spiegando che, anche se autorizzazione e omologazione vengono eseguite dal Ministero, sono diverse le finalità e non si tratta di procedure uguali». Il rischio è che il Comune impegni tempo e denaro per cause già perse in partenza, facendo crescere i debiti fuori bilancio.

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