La nuova emergenza
«Rette alte e contenziosi: caos malati di Alzheimer»
Protestano le famiglie degli anziani: nel mirino la Rsa di Campi
Il tempo passa e le difficoltà di decine di famiglie salentine con anziani non autosufficienti aumentano: costi troppo alti, decreti ingiuntivi e posti insufficienti. A questo si aggiunge una possibile emergenza licenziamenti. Con una lettera aperta indirizzata ai vertici della sanità pugliese, i comitati dei parenti dei degenti della Rsa di Campi Salentina, insieme Codacons, hanno denunciato con durezza il mancato adempimento di due impegni assunti dall’assessore alla Sanità Piemontese in audizione lo scorso 19 marzo: la costituzione di un tavolo tecnico permanente sull’Alzheimer e l’apertura di un dialogo tecnico-giuridico sull’emergenza dei decreti ingiuntivi promossi dalle ex Rsa nei confronti delle famiglie. Una «ferita istituzionale», dicono, che lascia «famiglie e cittadini in una condizione di grande incertezza e difficoltà». Le associazioni affermano di sentirsi tradite.
«Nel contempo, sulle richieste retroattive avanzate dalle strutture Rsa, spesso sotto forma di decreti ingiuntivi verso familiari di soggetti fragili, non è stata garantita alcuna collaborazione né è stato avviato alcun confronto, lasciando i parenti a dover fronteggiare da soli oneri inattesi e controversie legali», spiega l’avvocato Davide Cantoro.
La protesta si innesta su un terreno già gravido di tensione: con la delibera regionale 659/2023, la Puglia ha innalzato dal 30 al 50 per cento la quota di compartecipazione alle rette a carico delle famiglie, anche per i malati di Alzheimer. Le organizzazioni sindacali e le associazioni di tutela contestano che questa misura sia in contrasto con decisioni della Corte di Cassazione, che hanno affermato che le prestazioni a rilevanza sanitaria connesse all’assistenza socio-sanitaria debbano gravare interamente sul servizio sanitario nazionale.
La Regione, da parte sua, ha pubblicato note in cui precisa che le rette «restano sostanzialmente uguali» e che l’aumento risulta da norme nazionali che impongono che metà della retta sia a carico del servizio sanitario e metà dalle famiglie. Inoltre, l’ente ha dichiarato di aver inviato diffide contro le Rsa che avessero richiesto arretrati alle famiglie.
Tuttavia, dietro i conflitti su Alzheimer e compartecipazioni si nasconde un’altra emergenza cruciale: il rischio di licenziamenti tra il personale delle Rsa. Molte strutture, sostengono sindacati e operatori, operano da anni con tariffe regionali ritenute inadeguate (perché fissate sulla base dei costi del 2019, prima del covid, delle guerre e dell’inflazione) rispetto ai costi reali dell’assistenza continua, del personale sanitario, dei materiali e delle tecnologie di supporto. Il mancato adeguamento delle tariffe ha compresso i margini operativi di molte strutture salentine. Le rette non riescono più a coprire i costi di servizio per degenti con gravi patologie, secondo le associazioni di categoria.
In questo contesto, la lettera delle famiglie chiede «misure immediate» e «tempestive risposte sui tempi e modalità di attuazione». Il rischio è che il Salento si trovi non solo in un’emergenza sociale e sanitaria per i malati più fragili, ma anche in una crisi occupazionale diffusa, mentre i vertici sanitari tacciono.