la storia

L'amarezza dell'atleta Angelo Greco: «Sospeso per 6 mesi per aver fatto i complimenti ad altri colleghi»

ALESSANDRA LEZZI

L’atleta paralimpico di bocce di Maglie, Garante per i diritti delle persone con disabilità nel suo comune, escluso dai campionati: per un post sui social, non potrà partecipare alle gare a Lecce

MAGLIE - «Aver leso l’immagine della federazione sportiva» cui si appartiene è una delle peggiori macchie di disonore che un atleta possa subire. Fatto gravissimo, non solo e non tanto per le inevitabili conseguenze di una tale presa d’atto delle autorità competenti, quanto piuttosto per l’onta da portare negli anni a venire. E nasce da qui lo sfogo pubblico di Angelo Greco, atleta paralimpico di bocce e Garante per i diritti delle persone con disabilità nel suo comune, Maglie. Una storia complessa che racconta egli stesso in un lungo post sulla sua pagina social che vuole essere al contempo sfogo e denuncia. «Sono mesi che non tocco boccia, ormai ho perso la mia motivazione», racconta con amarezza al telefono.

Un post, stesso metodo di comunicazione che utilizza anche questa volta, si è rivelato il punto di discesa ripida della sua carriera sportiva: sei mesi di sospensione. E la mancata partecipazione ai Campionati italiani che si svolgeranno proprio a Lecce, a settembre. «La mia assenza – scrive Angelo – non è una scelta, ma una conseguenza diretta di una sospensione agonistica inflitta dalla mia attuale società sportiva, in seguito ad un post pubblicato sulla pagina dell’associazione di cui sono presidente». Un post, racconta ancora, in cui aveva voluto complimentarsi con alcuni atleti che militano in altre società sportive ma sono anche soci della sua associazione.

Lo riporta, Angelo, quel post che gli è costata la sospensione: «Siamo orgogliosi dei ragazzi anche della nostra associazione per le eccellenti posizioni conquistate al campionato». Tutto qui: una frase che racconta condivisione, empatia, far play, onestà. Quei valori sportivi che hanno accompagnato generazioni e mondi differenti di atleti in ogni latitudine e in ogni attività sportiva. La sospensione è arrivata senza possibilità di replica. «Ci ho provato – ripete Greco sia nel post sia al telefono, con un tono da cui traspare la profonda amarezza – a spiegare con una comunicazione ufficiale che il mio intento non era di dare meriti ad una associazione o di confondere i ruoli delle diverse realtà, ma di celebrare con orgoglio il percorso di persone che appartengono alla nostra associazione e ottengono risultati straordinari con la maglia di squadre sportive ufficiali».

Niente da fare. Nessuna risposta. Il giudice sportivo ha dichiarato che non può intervenire perché il fatto non è accaduto in gara. L’ufficio Giustizia della Federazione Italiana Bocce, denuncia l’atleta, «ha ricevuto la documentazione completa ma non ha mai fatto luce sulla vicenda». Di fatto, una sospensione unilaterale: nessuna commissione di ascolto, nessuna possibilità di presentare ricorso. Sospeso per aver fatto i complimenti ad altri atleti. Spiegazione difficile da metabolizzare da chi ha imparato l’obbligo di un inchino all’avversario all’inizio e al termine di una competizione di arti marziali. L’abc della bellezza.

Privacy Policy Cookie Policy