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L'ex mister Rossi: «Di Francesco a Lecce può rilanciarsi. Fiducia in Camarda»

antonio calò

Ha allenato il Lecce nella seconda parte dell’annata 2001/2002, subentrando ad Alberto Cavasin, e poi nel 2002/2003: «Camarda dovrà approcciarsi la massima umiltà »

Da giovedì, è iniziata ufficialmente la nuova avventura di Eusebio Di Francesco sulla panchina del Lecce. Inoltre, a stretto giro, si attende anche l’ufficializzazione dell’ingaggio, dal Milan, del baby-bomber Francesco Camarda, confermata informalmente dal direttore sportivo rossonero Igli Tare.

«Quella del trainer pescarese è una scelta in controtendenza, non può essere definita diversamente se si considera che Di Francesco è reduce da due retrocessioni di fila, maturate prima alla guida del Frosinone e poi del Venezia - afferma Delio Rossi, che ha allenato il Lecce nella seconda parte dell’annata 2001/2002, subentrando ad Alberto Cavasin, e poi nel 2002/2003, con la promozione in A, e nel 2003/2004, con la salvezza -. Ma Corvino è un dirigente che non si limita a leggere i risultati ottenuti, in quanto valuta soprattutto il lavoro svolto. Oltre a rilanciare i calciatori, lui ha più volte dimostrato di saperlo fare anche con i tecnici. Li accompagna, sta loro vicino, li sostiene, stimola il loro orgoglio, il loro desiderio di fare di più e meglio».

Ottenendo in prestito dal Milan il 17enne centravanti Francesco Camarda, il Lecce ha scommesso sul talento del giovane rossonero e si è assunto il compito di lanciarlo nel calcio che conta. Il ragazzo ha esordito giovanissimo in massima serie ed in Champions League, ma una cosa è disputare degli spezzoni di partita e cosa ben diversa è giocare con una certa continuità in A.

Nella sua storia, la società giallorossa è riuscita spesso a valorizzare dei talenti sbocciati nel proprio settore giovanile, l’ultimo dei quali è stato Patrik Dorgu, ceduto a gennaio al Manchester United con una corposa plusvalenza.

In passato, nei primi anni Duemila, il club giallorosso, sempre con Pantaleo Corvino in veste di responsabile dell’area tecnica, ha fatto altrettanto con una nidiata nel cui ambito figuravano, tra gli altri, Valeri Bojinov, Mirko Vucinic, Cristian Ledesma, Axel Konan, Erminio Rullo. Ora il sodalizio salentino proverà a ripetersi con Camarda, un prodotto del Milan, sul quale avrà il diritto di riscatto, con i meneghini che potranno contare sul contro-riscatto.

Nel 2002/2003 e soprattutto nel 2003/2004, a lanciare diversi baby nel Lecce da allenatore è stato Delio Rossi, anche se alcuni dei ragazzi in questione avevano già esordito nel 2001/2002. «La situazione, rispetto ai miei tempi, è parecchio differente - precisa Rossi -. All’epoca, dopo la retrocessione del 2001/2002, la società decise di cedere tutti i giocatori più in vista o che avevano stipendi elevati. Così, accanto ad alcuni reduci della A, promuovemmo numerosi ragazzi che si erano messi in luce nella Primavera. Ne lanciammo diversi e con quasi tutti il Lecce ha ottenuto delle plusvalenze di rilievo, in quanto erano tutti di proprietà del club. Con Camarda è diverso. Lui è cresciuto nel Milan ed è destinato a farci ritorno, come dichiarato dal direttore sportivo Tare nei giorni scorsi. La società giallorossa avrà senza dubbio dei vantaggi, anche economici, ma non potrà produrre una plusvalenza nel senso classico del termine».

I giovani vanno messi nelle condizioni giuste per dare il meglio e Delio Rossi ha dimostrato di saperlo fare: «Perché facciano strada non è sufficiente che abbiano qualità. Occorre anche altro. L’allenatore ha il compito di farli migliorare, sotto ogni profilo, anche quello della maturazione come uomini, di fargli capire di avere fiducia in loro e soprattutto di individuare il momento giusto per gettarli nella mischia con continuità, supportandoli dopo una prestazione negativa o facendoli restare con i piedi per terra quando le cose vanno a gonfie vele. Un ragazzo, per indole, vorrebbe spaccare il mondo, vorrebbe tutto e subito, ma va gestito con attenzione».

Il tecnico riminese racconta un aneddoto: «A Palermo, il presidente Zamparini mi chiedeva spesso conto, all’inizio, del perché non facessi giocare l’argentino Javier Pastore e l’uruguaiano Abel Hernandez, due giovani sui quali il sodalizio rosanero aveva investito parecchio. Io gli rispondevo che bisognava avere pazienza, che sarebbe arrivato il loro momento e che avrebbero fatto molto bene. È stato così ed in seguito la società siciliana ha potuto mettere a bilancio delle importanti plusvalenze».

I tifosi del Lecce sperano che Camarda dimostri, nel Salento, tutto il talento ed il fiuto del gol dei quali è accreditato: «Che abbia delle doti è innegabile, in quanto ha segnato tanti gol in tutte le formazioni nelle quali ha militato, nazionali comprese. Sono convinto che Corvino e l’ambiente giallorosso sapranno farlo crescere sotto tutti gli aspetti. Avrà grande importanza, per lui, la maniera nella quale si approccerà a questa nuova esperienza. Dovrà farlo con la massima umiltà e con la consapevolezza che Lecce, pur lottando per la permanenza, è una grande piazza. Ma da questo punto di vista non posso esprimere alcun parere in quanto non conosco il giovane cresciuto nel Milan dal punto di vista della maturità e del carattere».

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