serie a

Lecce, un punto per ripartire

Pierpaolo Verri

Calendario tosto, ma due lunghezze di vantaggio da difendere e la voglia di lottare

LECCE - Sette partite al termine del campionato, due punti di vantaggio sulla zona retrocessione, un calendario difficile ma una voglia enorme di conquistare la storica terza salvezza di fila. Nonostante tutto, nonostante le difficoltà fisiologiche insite in tutte le squadre che lottano per la permanenza in serie A.

Il Lecce archivia il pareggio contro il Venezia e si ricompatta in vista del futuro. Certo, fanno ancora rumore i fischi del «Via del Mare» alla fine della partita e i venti di contestazione spirano con forza. Complice una classifica che non fa stare tranquilli e un trend preoccupante. Prima dell’1-1 casalingo contro il Venezia, infatti, il Lecce era reduce da cinque sconfitte consecutive. Il pareggio, in tal senso, nonostante il rammarico per la mancata vittoria, è stato utile per dare una boccata d’ossigeno a una squadra che ha un disperato bisogno di fiducia e consapevolezza nei propri mezzi. Una fiducia che era apparsa smarrita nelle ultime settimane, quando il Lecce brillante di inizio anno sembrava essere un po’ dissolto nel nulla.

Ma l’ultimo incontro del campionato, al di là del risultato, ha restituito una squadra certamente viva, coriacea, che ha voglia di giocarsi fino in fondo le carte per centrare l’obiettivo. Certo, avrebbe potuto fare qualcosa in più, per conquistare quei tre punti che mancano da fine gennaio (1-3 in trasferta sul campo del Parma), ma tutto si può dire tranne che sia mancato l’impegno da parte degli uomini di Marco Giampaolo.

Ecco, forse è da qui che deve ripartire il Lecce, dallo spirito dimostrato dopo lo svantaggio arrivato con uno sfortunato autogol di Gallo. Perché poi non bisogna dimenticare che il calcio è fatto di episodi e se quel clamoroso palo interno colpito da N’Dri a una manciata di minuti dallo scadere si fosse tramutato in rete, oggi si parlerebbe di un’altra classifica, di un altro ambiente, di un ritrovato entusiasmo.

Ma con i se non si fa la storia e i giallorossi sono costretti a fare i conti con un momento difficile, che arriva in maniera beffarda proprio nel frangente decisivo della stagione. Non vanno sottaciuti i limiti della squadra, questo è certo. Limiti per certi versi fisiologici perché le difficoltà fanno parte inevitabilmente del percorso di una squadra che lotta per salvarsi.

D’altronde, statisticamente, chi si salva perde all’incirca la metà delle partite disputate in un campionato. Eppure si salva lo stesso. Un appunto per ricordare come lottare per la permanenza in serie A significa dover necessariamente essere abituati a navigare in mari tempestosi. Limiti purtroppo atavici, che questo Lecce si porta dietro da inizio anno e che sembra non riuscire a risolvere.

È il caso della poca pericolosità offensiva e della difficoltà nel creare occasioni da gol, a causa di scelte sbagliate negli ultimi metri e di giocate poco pulite dal punto di vista tecnico. Ma arrivati a questo punto del campionato, se vorrà salvarsi il Lecce dovrà dimostrare di essere più forte dei suoi limiti e delle difficoltà.

C’è una certezza: i giallorossi hanno le carte in regola per salvarsi, lo dice la classifica, lo dice il percorso tracciato finora. Il terzultimo posto occupato dall’Empoli è appena due punti in giù, mentre davanti ai salentini c’è il Parma in vantaggio di una sola lunghezza. Una squadra non all’altezza del suo obiettivo di certo non si troverebbe in questa situazione a sette partite dalla fine, ma sprofonderebbe più giù. E invece il Lecce è lì che vuole lottare con le unghie e con i denti con l’obiettivo di mantenere la categoria.

Ieri la squadra si è allenata ad Acaya agli ordini di Giampaolo, domani ci sarà la ripresa in vista dell’impegno di sabato sul campo della Juventus. Una sfida proibitiva, con l’esito già scritto sulla carta. Ma i giallorossi, per alimentare le proprie speranze di salvezza, non possono più guardare in faccia agli avversari e dovranno cercare punti contro chiunque, su tutti i campi. Compito difficilissimo, ma non impossibile.

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