serie a
Sticchi Damiani e il Lecce: «Storia di calcio e territorio»
«Il Salento si è stretto attorno a noi in un’avventura che pareva follia»
LECCE - Il percorso virtuoso effettuato dal Lecce, negli ultimi anni, nel mondo del calcio, è sempre più spesso oggetto di approfondimento. Nella mattinata di ieri, il presidente Saverio Sticchi Damiani è stato ospite della rubrica «Goal Economy», di Marco Bellinazzo, andata in onda su Radio RDS Serie A, ed ha parlato di bilanci, strutture, risultati sportivi e progetti futuri.
«Se ripercorro i 10 anni dell’attuale proprietà - ha sottolineato Sticchi Damiani - vedo una storia di calcio, ma anche di un territorio, il Salento, che si è stretto intorno a noi in una avventura che all’inizio sembrava una follia, in quanto la squadra era al terzo anno di Lega Pro, tra mille difficoltà, con uno stadio in condizioni fatiscenti e pochi spettatori al seguito. È stata una operazione fatta solo col cuore perché esisteva il rischio che la società sparisse. Ho pensato che toccasse a me ed ho chiamato a raccolta alcuni amici che ritenevo non mi avrebbero detto no e che avevano la mia stessa passione».
Con l’approdo in massima serie è diventato necessario ragionare con l’ottica dell’azienda: «In C ed in B il bilancio è stato sempre in rosso. I soci sono dovuti intervenire per ripianare le perdite, pro quota. In A ci sono dei ricavi ma, per restare in equilibrio, serve una organizzazione capillare che abbiamo cercato di darci, investendo nel settore giovanile e nelle strutture. È arrivato lo scudetto vinto con la “Primavera”, dalla quale diversi ragazzi sono approdati in prima squadra. Alcune cessioni hanno portato delle plusvalenze che ci hanno permesso di innescare un circolo virtuoso».
Per la prima volta nella storia del Lecce, il bilancio in corso si chiuderà superando i 100 milioni di ricavi, plusvalenze comprese: «Ci attesteremo tra le aziende più importanti del territorio. Ma dobbiamo ambire ai 100 milioni di ricavi senza le plusvalenze, come accade ai club più stabilizzati, che però operano in aree geografiche più ricche della nostra. Questo tetto ci permetterebbe di rischiare meno nell’inseguire il risultato sportivo al quale ambiamo, un traguardo che oggi siamo costretti a provare a raggiungere attraverso scelte difficilissime, che non è detto possano essere sempre azzeccate. Oggi, senza plusvalenze, siamo a 60-65 milioni di ricavi. Pochi rispetto all’obiettivo-permanenza».
Il Lecce è impegnato anche nel sociale: «In questo ambito opera “Lecce Love”, costola del club che si occupa di solidarietà. I calciatori veicolano questi messaggi. Abbiamo portato avanti battaglie per l’acquisto di macchinari per le nostre Asl, interventi in favore di chi è in carcere o di alcuni centri che svolgono servizi essenziali per la disabilità. Il calcio ha una potenza incredibile che permette di arrivare prima e più direttamente a certi traguardi».
La società giallorossa è ai primi dieci posti per quel che riguarda il numero di spettatori nei match casalinghi: «Gli attuali 22.000 abbonati circa costituiscono il record assoluto nella storia del sodalizio. Si è creata una sinergia forte tra il territorio e la proprietà, attraverso la comune passione per il Lecce ed anche grazie ad una comunicazione trasparente. Abbiamo l’orgoglio di vivere una dimensione, per come è formata l’attuale serie A, particolarmente stimolante».
Il territorio sostiene il Lecce: «Abbiamo numerosi partner commerciali salentini, ma la dimensione di questo supporto risente del fatto che la nostra area geografica non ha la stessa ricchezza rispetto ad altre zone alle quali fanno capo società delle nostre dimensioni. In questo contesto è nato M908, il marchio tecnico che abbiamo creato per produrre il nostro abbigliamento sportivo, che sta raggiungendo risultati interessantissimi, in costante crescita».
È d’obbligo pensare al futuro: «Raggiungere il risultato sportivo per noi rappresenta un assillo, anche se non può essere questo l’unico modo per esaurire il giudizio sulla gestione di una società. Come area tecnica, è impossibile fare meglio. Corvino è una garanzia assoluta in questo campo. Presto avremo un nostro centro sportivo ed uno stadio coperto e ristrutturato. Lo sforzo dovrà essere quello di rendere più strutturata la società ampliando i ricavi legati al marketing, alle sponsorizzazioni ed ai servizi offerti durante ed oltre la gara. In questo dobbiamo crescere molto perché siamo agli ultimi posti. Infine, accanto ai partner locali, per noi fondamentali, sarebbe importante averne qualcuno di respiro internazionale».