il caso
Nardò, gli ambientalisti rilanciano: «Porsche allarghi la pista all’esterno dell’attuale anello»
Dopo la sospensione momentanea del progetto, che prevede l’eliminazione di circa 200 ettari di area boscata, i tempi stanno per scadere
NARDÒ - «L’ampliamento della pista Porsche di Nardò? Perché non farlo all’esterno dell’attuale impianto, su aree degradate e prive di vincoli?». La proposta arriva da Italia Nostra sezione Sud Salento, Lipu, Gruppo d’intervento giuridico e “Custodi del Bosco d’Arneo”. Per l’ennesima volta associazioni e comitati prendono carta e penna e scrivono al governatore Michele Emiliano, alla presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, assessori e consiglieri. Il tema, spinoso, è noto da tempo. Il circuito automobilistico Nardò Technical Center, situato nella frazione neretina di Boncore al confine con Porto Cesareo e di proprietà del colosso tedesco Porsche, intende ampliare le piste di collaudo.
Per farlo è prevista l’eliminazione di circa 200 ettari di area boscata all’interno dell’«anello» sul quale vengono testati veicoli da tutto il mondo prima di essere immessi sul mercato. Un’eventualità, quella della cancellazione dell’ultimo lembo di un antico bosco mediterraneo, che non solo ha portato alla mobilitazione ambientalisti e associazioni ma ha anche convinto la Regione Puglia a sospendere momentaneamente l’ampliamento delle piste (inizialmente approvato in un Accordo di programma firmato dalla Regione con, tra gli altri, Consorzio Asi Lecce e Comuni di Nardò e Porto Cesareo), fino al marzo 2025.
I tempi ora stanno per scadere e il timore delle associazioni ambientaliste è che fra tre mesi Porsche torni alla carica chiedendo di portare avanti il progetto iniziale. Per questa ragione Italia Nostra, Lipu, Gruppo d’intervento giuridico e Custodi del bosco d’Arneo chiedono al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano «di valutare la possibilità che le eventuali nuove piste Ntc-Porsche siano realizzate all’esterno dell’area individuata dalla società proponente, evitando così qualsiasi ulteriore impatto sugli habitat, utilizzando aree degradate e - comunque - prive di vincoli, attraverso la procedura di scooping. Presidente e giunta regionale - è l’appello di Mario Fiorella (Italia Nostra sezione Sud Salento), Filippo Colapinto (Gruppo di intervento giuridico), Emanuele Larini (Comitato Custodi del bosco d’Arneo) e Vincenzo Cripezzi (Lipu Puglia) - aprano immediatamente il dibattito pubblico per valutare tutte le ipotesi alternative, comunicando formalmente e tempestivamente alle scriventi associazioni se e quali siano le proposte all’esame, anche come alternative rispetto al progetto sospeso».